Maltratta i genitori per il gioco d’azzardo, arrestato riminese di ventisei anni

Rimini

RIMINI. Maltratta i genitori per ottenere il denaro da sperperare nel gioco d’azzardo. Un riminese di 26 anni è stato arrestato dai carabinieri della stazione di Miramare in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del tribunale di Rimini Benedetta Vitolo su richiesta del pubblico ministero Paola Bonetti. Qualche settimana fa il giovane è tornato per l’ennesima volta a picchiare la madre (sette giorni di prognosi al pronto soccorso), ma a denunciarlo è stato il padre preoccupato dell’escalation di violenza del figlio, ma soprattutto per sottrarlo dalle grinfie delle cattive abitudini e da quelle di uno strozzino. «Vorrei che questa situazione possa avere fine soprattutto per garantire un futuro a mio figlio e tutelare mia moglie» ha detto l’uomo in caserma. Incomprensioni familiari, dipendenza dalle slot-machine, uso di sostanze stupefacenti nonché una relazione sentimentale finita non nel migliore dei modi sono alcuni dei motivi alla base dei comportamenti aggressivi e violenti del ragazzo, che da più di un anno sfogava in famiglia la propria rabbia. Dietro agli episodi di violenza verbale e fisica c’erano le richieste di denaro avanzate dal giovane nei confronti dei genitori, in particolare la madre: richieste che, vista la frequenza e l’entità delle somme pretese, neppure lei riusciva più a soddisfare. Più volte le forze dell’ordine erano intervenute, ma in un primo tempo la famiglia aveva cercato di tamponare la situazione convincendo il giovane a liberarsi della propria dipendenza dal gioco d’azzardo attraverso l’aiuto professionale delle strutture pubblico e quello volontario della parrocchia. Ben presto, però, complice qualche brutta compagnia, il 26enne è ricaduto nei comportamenti di prima, comprese le minacce e le richieste estorsive tra le mura di casa. I carabinieri della stazione di Miramare, ricostruiti i fatti, dopo aver raccolto un dossier a riprova delle continue vessazioni che si verificavano in quella famiglia, hanno riferito tutto alla procura. La pm Paola Bonetti, riscontrando la gravità della situazione, ha richiesto al Gip Vitolo l’emissione di un provvedimento restrittivo, l’unico, vista l’escalation di violenza, ritenuto idoneo a porre un freno alla pericolosità del giovane. E, usando le parole del padre, a difenderlo da se stesso e «garantirgli un futuro».

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