«Assunto per facilitare la vita ai colleghi pago le bollette e faccio le commissioni»

Rimini

RIMINI. Lo chiamano il “facilitatore aziendale” ed è un mix fra il Signor French di Tre nipoti e un maggiordomo e Mister Wolf, quello che in Pulp Fiction “risolve i problemi”. In ogni caso è il collega che tutti vorrebbero. Perché? Paga le bollette, va dal medico a ritirare le ricette, in farmacia se servono le medicine, poi la spesa, la lavanderia. Lui “risolve i problemi” e gli altri lavorano tranquilli senza correre da una parte all’altra della città. Non siamo né da Google né da Apple, ma più semplicemente a Rimini, nel Gruppo Sgr.

“And the winner is”

Allora. Da tre anni a Roma va in scena il “Rapporto sul welfare aziendale”, promosso da Generali Italia con la partecipazione di Confindustria, Confagricoltura, Confartigianato e Confprofessioni. Sono state analizzate 4mila imprese e il Gruppo Sgr ha vinto la medaglia d’oro nella categoria “Commercio e servizi”.

Oltre al “Facilitatore aziendale”, gli oltre 400 dipendenti e collaboratori della società riminese, possono contare su lezioni yoga offerte durante la pausa pranzo, un personal trainer, spa e sala fitness. Un altro benefit è l’asilo nido interaziendale per bimbi da dieci mesi a tre anni, a 400 metri dalla sede Sgr. Quindi il mercatino del giovedì mattina, nel piazzale dell’azienda con prodotti agricoli a chilometro zero. Fino alla riduzione dell’orario di lavoro in estate.

“Risolvo problemi”

L’uomo del giorno di chiama Massimo Monaldi, ha 45 anni, è sposato, ha un figlio. È stato assunto da Sgr circa 5 anni fa, dopo essere stato tagliato da un’altra società. Ha una missione. «Aiutare i miei colleghi, rendere la vita più facile – racconta –. Pago le bollette, i bolli, vado alle Poste, in farmacia e lavanderia, faccio consegne, la spesa. Ho una mail dedicata dove chi ha bisogno di aiuto si prenota, raggruppo le commissioni e poi vado io per tutti, sei o sette servizi al giorno, dipende, ma non c’è una regola».

Inutile specificarlo, lei in Sgr è il più popolare. «Questo non lo so. Diciamo che i miei colleghi sono molto più tranquilli. È vero, sono piccole mansioni, ma sappiamo bene il tempo che possono portare via, tempo portato via alla famiglia. Pensiamo a chi ha i figli, oppure un genitore anziano: una ricetta o un certificato da andare a ritirare dal medico, oppure le medicine consegnate dalla farmacia dell’ospedale dove bisogna andare su appuntamento e magari si devono prendere permessi o giornate di ferie dal lavoro. Invece sanno che ci penso io, sanno che possono contare su di me».

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