Scandalo auto blu, Bonaccini chiede scusa

Rimini

RIMINI. Il presidente della Regione Emilia Romagna chiede scusa. Stefano Bonaccini interviene sullo scandalo delle multe per eccesso di velocità annullate dai prefetti. "E' normale per me, per noi, chiedere scusa se nel fare questo siamo andati contro la sensibilità della nostra comunità", scrive in una nota. Il caso è presto riferito: tra il 2015 al 2017 Bonaccini e alcuni assessori, compresa la riminese Emma Petitti, hanno collezionato 21 multe per avere superato i limiti di velocità. In seguito hanno presentato ricorso ai prefetti argomentando "impegni istituzionali" che avevano spinto l'autista dell'auto blu a pigiare sul pedale dell'acceleratore, ottenendo l'annullamento di 16 sanzioni. Una è rimasta ancora in sospeso, le restanti le hanno pagate gli amministratori coi propri soldi.

Ecco il testo delle scuse di Bonaccini. “Come ci viene riconosciuto dagli stessi che ci muovono critiche (legittime), con la mia Giunta abbiamo tagliato i costi della politica come nessun altro, 15 milioni in meno con la prima legge di questa legislatura, azzerato le auto blu, combattuto gli sprechi e fatto della sobrietà il tratto distintivo del nostro modo di amministrare e governare, a partire dall’essere quelli che si sono per primi cancellati il vitalizio per sempre. Anche nella vicenda delle multe relative agli spostamenti che i componenti la Giunta hanno effettuato in tre anni, dal 2015 al 2017, con l’auto guidata dal solo autista dipendente della Regione, ora andato in pensione, non ci sono stati privilegi: nessuna legge è stata infranta e non un euro è stato speso dall’Ente. Dopodiché, parliamo di una ventina di multe su oltre mille spostamenti, tutte missioni istituzionali, per stare, come ho detto fin dal primo giorno, vicini al territorio ed essere ovunque ci chiamino. Complessivamente centinaia di migliaia di chilometri percorsi se consideriamo anche gli spostamenti con le nostre auto personali. E proprio perché giriamo l’Emilia-Romagna in lungo e in largo, è capitato di tardare e di non voler mancare agli appuntamenti, così come i ricorsi presentati alle Prefetture sono stati fatti seguendo le istruzioni sulle notifiche arrivate, come chiunque può fare. Ripeto: nessuno privilegio e favore perché siamo o ci sentiamo la Regione, per dirla con chiarezza. E così come l’essere nei territori, ascoltare la società regionale ci sembra normale, altrettanto è sembrato all’Amministrazione il poter fare ricorsi sulle multe, senza gravare in alcun modo sulla collettività in caso di non accoglimento da parte delle Prefetture, come in alcuni casi è successo. Ed è normale per me, per noi, chiedere scusa se nel fare questo siamo andati contro la sensibilità della nostra comunità, quella emiliano-romagnola, anche di una sola persona. Convinti di stare facendo un serio lavoro in tutti i settori, dalla sanità alle politiche sociali, dalla crescita all’occupazione proprio per la nostra comunità, coinvolgendo territori e parti sociali. Tanto resta da fare, ma, ne sono certo, lavorando insieme l’Emilia-Romagna ce la fa”.

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