Ausl, coppia di sindacalisti Uil a processo per assenteismo

Rimini

RIMINI. La segnalazione alla procura della Repubblica era arrivata con un esposto firmato dall’allora dirigente A.Usl Marcello Tonini. Nella denuncia arrivata sulla scrivania del sostituto procuratore Luca Bertuzzi, l’attuale numero uno dell’Azienda Usl Area Vasta Romagna, sosteneva che Nicoletta Perno e il marito Vito Nicola Lombardi, rispettivamente segretario provinciale e segretario amministrativo della Uil-Spl (Federazione poteri locali) di Rimini, in diverse occasioni avrebbero utilizzato i permessi sindacali di cui facevano richiesta a fini non prettamente istituzionali. Accuse pesanti che il pubblico ministero ha disposto venissero accertate anche installando sui mezzi dei due dipendenti Ausl Gps con cui monitorare minuto per minuto tutti i loro spostamenti. Al termine delle indagini affidate ai carabinieri, per i due sindacalisti la procura ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio per concorso di truffa aggravata ai danni dello Stato e falso ideologico aggravato per episodi che sarebbero avvenuti tra il febbraio del 2012 e fine luglio 2013. Capi d’imputazione da cui Perno e Lombardi si difenderanno davanti al Gup Sonia Pasini nell’udienza fissata per il prossimo 18 ottobre. Dibattimento che sarà celebrato con rito abbreviato semplice (in caso di condanna potranno godere dello sconto di un terzo della pena) così come richiesto dal loro difensore l’avvocato Marco Ferri. Nella stessa data l’Azienda Usl ha annunciato che si costituirà parte civile.

Affare di famiglia

A Perno e Lombardi, secondo il loro difensore, viene contestato quello che in realtà è una consuetudine. Ovvero qualsiasi sindacalista che chiede un permesso lo fa per tutto il turno di lavoro, nel caso dei dipendenti A.Usl dalle 8 alle 14. Un lasso di tempo che però può essere soggetto a diverse variabili come, ad esempio, quello di vedere l’uscita di casa un’ora più tardi perchè prima si è provveduto a fare le convocazioni. Tra l’altro Perno da anni non deve chiedere permessi alla direzione ospedaliera perché distaccata al sindacato. Cosa che invece per legge deve fare il marito. E qui sta l’inghippo che alla segretaria provinciale Uil-Spl vale l’accusa di falso ideologico aggravato. False, infatti, secondo la procura, sono da ritenere molte delle richieste avanzate per far partecipare il consorte alle riunioni. I Gps installati sotto le loro auto dai carabinieri, infatti, avrebbero raccontato altro.

La difesa

I due sindacalisti sono comunque convinti di poter dimostrare la trasparenza del loro operato e attendono fiduciosi il prossimo ottobre, udienza in cui il caso verrà dibattuto sulla scorta delle prove raccolte in fase istruttoria. Per l’avvocato Ferri molto importante è anche la decisione del Gip Vinicio Cantarini che chiamato all’epoca a pronunciarsi sulla vicenda, aveva respinto la richiesta come misura restrittiva della sospensione dal servizio degli indagati.

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