Riga le auto dei vicini: nei guai per un biglietto

I fatti sono lontani nel tempo e nel frattempo gli sfregi sono diventati un ricordo, ma per un po’ il vandalo è stato una specie di incubo per più di un automobilista. In parecchi si sono interrogati, alcuni sono andati direttamente in caserma dai carabinieri per sporgere querela. Sono loro stessi, però a tenere d’occhio la via per cercare di individuare il “colpevole” che via via si rende sempre più sfacciato al punto di accompagnare i graffi con dei biglietti. Si tratta di fogli a quadretti grandi dove lui spiega le ragioni del danneggiamento: «La macchina mettila davanti a casa tua, la prossima volta che occupi due posti te la sfascio» e ancora «sto cesso di macchina te la sfascio». Lo sfregiatore sembra tradirsi, o perlomeno contribuire a restringere il cerchio dei sospetti, quando a uno lascia scritto: «La strada non è la tua, sono trent’anni che vivo qui». I destinatari dei biglietti incrociano le informazioni e notano come, una sera, una sola vettura sia stata risparmiata dalla furia del castigatore. Guarda caso, concludono, è quella del trentacinquenne che, abitando lì da un pezzo, corrisponde all’identikit del vandalo. dai sospetti alla denuncia il passo è breve, con tanto di richieste danni (non è che rischi chissà che in termini di pena, gli sono contestati reati di competenza del giudice penale). Sono però i biglietti e la perizia calligrafia, che conferma una certa corrispondenza tra la sua scrittura e quella dell’autore degli sfregi, a inguaiarlo. «Vi sbagliate», sostiene il presunto vandalo (difeso dall’avvocato Luca Nebbia). Al giudice di pace l’ardua sentenza.