Lamborghini del Papa all'asta: i soldi alla Papa Giovanni XXIII

Rimini

RIMINI. È una vettura da sogno: una Lamborghini “Huracan”. Bianca bianca, con due strisce gialle papali. Ieri mattina i vertici della casa automobilistica di Sant’Agata Bolognese l’hanno consegnata a Papa Francesco e per la gioia degli appassionati è subito stata destinata all’asta. Il ricavato andrà a finanziare una serie di progetti, fra cui quello della “Papa Giovanni XXIII”, comunità fondata da don Oreste Benzi. Nello specifico, la liberazione delle donne dalla schiavitù della prostituzione. Non per essere venali, ma in questo genere di operazioni i soldi sono fondamentali, la Lamborghini Huracan oscilla fra 183mila e 222mila euro. Ma quella targata Vaticano potrebbe anche essere battuta a una cifra superiore.

Dalla parte degli ultimi

Sono quindi tre i progetti sostenuti grazie alla vendita del bolide. Una parte delle risorse è destinata alla ricostruzione della Piano di Ninive, tramite la Fondazione di diritto pontificio “Aiuto alla Chiesa che soffre”. «Il progetto – hanno spiegato ieri in Vaticano – intende garantire il ritorno dei cristiani nella Piana di Ninive in Iraq, attraverso la riedificazione delle loro abitudini, delle strutture pubbliche e dei luoghi di culto. Dopo un triennio vissuto da sfollati nel Kurdistan iracheno, i cristiani potranno finalmente tornare alle loro radici e riacquistare la loro dignità».

Il resto dell’asta del cuore andrà alla “Papa Giovanni” per l’operazione “donne vittime della tratta e della prostituzione” e alle due associazioni italiane che svolgono attività soprattutto in Africa: “Gicam” di Marco Lanzetta (chirurgia della mano) e “Amici del Centrafrica” che da anni operano con progetti dedicati soprattutto a donne e bambini.

Nel nome del Don

Non è un caso che il Pontefice si sia affidato alla “Papa Giovanni XXIII”, proprio nell’anno in cui si stanno ricordando in tutta Italia i 10 anni della scomparsa di don Oreste. Inoltre nel 2018 l’associazione fondata dal sacerdote della Grotta Rossa, compirà 50 anni.

Il presidente della Comunità, Giovanni Paolo Ramonda ha infatti riportato alla memoria l’incontro del Pontefice con un gruppo di ragazze liberate dal marciapiede. Era il 2016 e il Santo Padre le ha abbracciate e ascoltate.

In tutti questi anni Apg23 ha accolto oltre 7mila vittime del racket, ogni settimana è presente con 21 unità di strada e 100 volontari per incontrare le persone che si prostituiscono. Inoltre promuove, insieme a un cartello di associazioni, l’iniziativa “Questo è il mio Corpo”, campagna di liberazione per le vittime della tratta e della prostituzione. La proposta - spiega una nota dell’associazione - ispirata al modello nordico, ha l’obiettivo di ridurre sensibilmente il fenomeno colpendo la domanda e sanzionando i clienti.

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