Donna incinta picchiata sul bus: «Ti faccio abortire nera di m...»
RIMINI
ANDREA ROSSINI
Rapinata, picchiata e insultata con epiteti razzisti sul tram della linea 11 mentre, incinta al sesto mese, sta andando al lavoro in albergo.
Gettata a terra
Vittima dell’aggressione è una cittadina senegalese di 39 anni, che da dodici anni vive a Rimini. È stata spintonata e gettata a terra dagli stessi borseggiatori che, nel tentativo di confondere le acque una volta scoperti, hanno inscenato una lite a sfondo razzista.
Uno stratagemma che ha consentito ai complici di dileguarsi con il bottino, ma non è servito a farla franca a una giovane coppia, arrestata dalla polizia con l’accusa di rapina in concorso.
Finito in manette
In carcere è finito Gabriele Miele, 22 anni, di Caserta, mentre alla compagna, una diciannovenne di Ancona, sono stati concessi i domiciliari nell’hotel riminese dove stavano trascorrendo le vacanze: deve accudire un bambino di pochi mesi. L’episodio è accaduto mercoledì pomeriggio attorno alle 18.30, nel tram numero 11, all’altezza della fermata numero 7 di via Principe Amedeo.
La linea è da anni terreno di caccia dei borseggiatori. Evidentemente non solo gli stanziali, ma anche quelli in vacanza in riviera.
“Nera di m...”
La coppia spingeva un passeggino, con il piccolo. Quando è scoppiato il parapiglia i passeggeri che affollavano il bus non hanno neppure compreso l’accaduto. I due giovani, che non hanno mai smesso di insultare la donna neppure successivamente davanti ai poliziotti con frasi razziste come “Negri di m.... tornate a casa vostra”, oppure “ti faccio abortire negra di m...”, volevano ribaltare la situazione facendo credere che era stata la signora incinta a urtare la carrozzina.
Reazione violentissima
In realtà la donna senegalese ha visto il ladro sfilare dalla borsa il suo cellulare e ha gridato di restituirglielo. La reazione per coprire la malefatta è stata violentissima, il giovane ha colpito la signora incinta con uno schiaffo, e poi ha continuato a colpirla alla testa e alla pancia, nell’indifferenza generale di chi forse, faceva fatica anche a comprendere la situazione.
Presa a calci
Tutto si è svolto in pochi istanti, quando si sono aperte le portiere la donna senegalese è stata spinta a terra e presa a calci.
Nel frattempo, però, i complici della coppia si sono dileguati con il bottino: la somma in contanti in totale di 1400 euro (il corrispettivo dell’affitto di due mesi che la derubata si apprestava a pagare, un paio di orecchini e un bracciale d’oro, sfilati nella colluttazione). La vittima dell’aggressione ha raccolto il telefonino, lasciato cadere a terra, e ha chiesto aiuto: «Per favore portatemi in ospedale: voglio salvare il mio bambino». Medicata al pronto soccorso è stata giudicata guaribile in 15 giorni e dimessa a mezzanotte. Il piccolo, fortunatamente, sta bene. Nel frattempo la polizia, con l’aiuto dei testimoni, ha arrestato i presunti colpevoli.