Profughi accolti a Viserba: si liberano due alberghi

Rimini

RIMINI. I profughi cominciano a spostarsi dalla fascia turistica. Lo ha garantito il presidente degli Albergatori, mercoledì sera a Viserba, dopo avere parlato con la Prefettura: due hotel stanno per essere liberati. Poi c’è la questione Sinti: oltre a chiudere via Islanda, l’idea è quella di sanare gli insediamenti nomadi presenti sul territorio. Il “trasloco”

Rispetto alle assemblee pubbliche che hanno come epicentro Villaggio Primo Maggio o Torre Pedrera, quella all’hotel Aurora non brilla per la partecipazione: trenta persone al massimo. Fra i relatori Diana Trombetta (Lega Nord), Luigi Camporesi (Obiettivo civico), Loreno Marchei (Comitato ProRimini). Modera Roberto Gabellini.

La serata parte calma, ma basta un attimo, una parola, un sospiro e l’aula esplode. Su un punto sono tutti d’accordo: nomadi e profughi danneggiano il turismo. Il dibattito regala anche “perle” inedite, ben al di là dei noti cavalli di battaglia “nomade uguale ladro” e “profugo a spese nostre”. Una per tutte: “mettiamoli in una bella piattaforma in mezzo al mare”.

Facendo la tara a tutto, la questione è nota e ampiamente dibattuta: gli alberghi in prima linea non sono fatti per accogliere i richiedenti asilo. Il presidente dell’Aia, Patrizia Rinaldis, è invitata proprio per questo motivo. Le sue idee sono chiare: gli albergatori facciano gli albergatori. E non risparmia critiche ai colleghi che hanno scelto una strada diversa, partecipando al bando del ministero. «Il turista già a casa sua vive queste situazioni – spiega la Rinaldis – in vacanza non vuole ritrovarle. Il vecchio prefetto aveva preferito la soluzione più semplice: mettere gli stranieri negli alberghi. Adesso le strutture affidate direttamente alla Prefettura stanno per essere liberate». Quali? «Gli hotel Corallo e Quiete». Gli altri? «Sono gestiti tramite cooperative sociale ed è più complicato».

Sanatoria per tutti

Oltre ai profughi, la serata viserbese è dedicata ai nomadi, nuclei familiari in arrivo dalla chiusura di via Islanda, destinati (pare) a due microaree in via Tombari e via Orsoleto. Reazione? Non se ne parla.

L’intervento di Marchei (ProRimini) mette in chiaro un aspetto del progetto rimasto fin qua nell’ombra. In sintesi: oltre alle 11 famiglie di via Islanda, la legge regionale offre la possibilità di sanare da un punto di visto urbanistico tutte le microaree esistenti sul territorio: 160-180 soggetti censiti.

Il capogruppo di Patto civico, Mario Erbetta, conferma: «L’ho detto anche in consiglio comunale, la legge consente la sanatoria, si tira una riga e chiudiamo la partita una volta per tutte».

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