Minacciato dagli altri detenuti: «Temo per la mia vita»

Va ricordato che l’uomo, sebbene il quadro indiziario nei suoi confronti sia abbastanza delineato a parere dello stesso giudice Vinicio Cantarini che ha convalidato il fermo, indagato continua a professarsi innocente. Giova ripetere che siamo ancora nella fase iniziali delle indagini e che la presunzione di innocenza vale anche per lui. Su “Eddy” pesa come un macigno la testimonianza della parte offesa, che si dice certa di averlo riconosciuto mentre le gettava addosso il contenuto di una bottiglietta, la mancanza di un alibi credibile, e il movente della gelosia verso il rivale, alimentato da mesi di condotte persecutorie. In attesa delle eventuali conferme dalle analisi di laboratorio sul guanto da operaio utilizzato dallo sfregiatore e dalle videocamere degli impianti di videosorveglianza, però, l’accusato va ovviamente tenuto al riparo da eventuali tentativi di giustizia sommaria, frutto di una sottocultura carceraria. Un’antica legge evidentemente sempre in vigore tra i detenuti. Edson Tavares continuerà in ogni caso a essere sottoposto a una vigilanza continua capace di proteggerlo non solo dagli altri, ma anche da se stesso e da un eventuale senso di colpa (in passato avrebbe compiuto e minacciato atti di autolesionismo). Nel frattempo la giustizia, quella vera, farà il suo corso. (a.r.)