L'OMICIDIO DI RICCIONE Niente perizia psichiatrica per il killer di Olga

Rimini

RIMINI. Nessuna perizia psichiatrica per Michele castaldo, il 54enne cesenate che la sera dello scorso 6 ottobre ha strangolato, a mani nude, Olga Matei, commessa di un negozio di ottica “colpevole” d’aver deciso di troncare la loro relazione appena intrapresa, per l’ossessiva gelosia dell’uomo.

A chiedere che l’elettricista venisse studiato da uno specialista comportamentale era stato il suo difensore, l’avvocato Monica Castiglioni. Il legale L’avvocato difensore per dare forza alla sua istanza, aveva fatto riferimento al fatto che Castaldo è stato già in cura in passato per problemi mentali, dopo un tentativo di suicidio con il gas nella sua vecchia casa di Gambettola, nel quale rischiò di far saltare in aria una intera palazzina, mettendo a repentaglio la vita di altre cinque famiglie. In attesa dell’esplosione aveva inviato un messaggio d’addio su Facebook ed erano scattati i soccorsi, prima del “botto”.

Nell’istanza, respinta dal giudice Fiorella Casadei, il legale spiegava che il cesenate sarebbe stato seguito per qualche tempo dal centro di igiene mentale di Cesena. Avrebbe poi affidato la sua ricostruzione psicologica a degli incontri periodici con uno specialista con ambulatorio a Gambettola. Senza una perizia psichiatrica che “giustifichi” un ipotetico raptus che ha preso l’assassino al culmine di una discussione, l’ipotesi di una condanna a 30 anni per l’elettricista in cella per omicidio volontario aggravato dai motivi futili e abietti, è tutt’altro che remota.

Ma non è l’unico no ricevuto da Castaldo. L’omicida infatti continua a chiedere di poter intestare un immobile nel napoletano alla figlia 12enne di Olga, ma il sostituto procuratore Davide Ercolani, titolare dell’inchiesta, non ritiene esistano le condizioni per poter assecondare a questa volontà dell’omicida. L’elettricista per dar corso al suo progetto, senza alcuna autorizzazione, ha convocato un notaio in carcere ed ha cercato di far firmare ad un parente una procura speciale per poter disporre di un’eredità indivisa con i fratelli. Si tratta di una palazzina nel centro abitato di Casoria. L’atto è stato sequestrato dai carabinieri su richiesta del pubblico ministero.

e.ch

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