Rimini e Vicenza sposi: 100 milioni di patrimonio netto e 119 di fatturato

Rimini

RIMINI. Cento milioni di euro di patrimonio netto, 119 milioni di euro di fatturato, 160 tra eventi e congressi. Sono solo alcuni dei numeri di Italian exhibition group, primo esempio in Italia di integrazione tra società fieristiche, frutto dell’accordo tra Rimini Fiera e Fiera di Vicenza, sottoscritto ieri mattina a Rimini.

Il primo grande obiettivo del gruppo (il cui presidente sarà Lorenzo Cagnoni, presidente di Rimini Fiera, e vice presidente Matteo Marzotto) è quello di arrivare alla quotazione in borsa nel primo trimestre del 2018. Tutti i dettagli sono stati presentati ieri nella conferenza stampa-evento moderata dal giornalista Mediaset Paolo Del Debbio. Per il presidente Cagnoni la scelta di effettuare questa fusione è stata determinata dalla consapevolezza che «andava aumentata la soglia della dimensione aziendale: o si diventa tra i primi o si soccombe. Abbiamo cercato un interlocutore con il quale condividere la visione aziendale, che avesse stabilità e solidità economica. Tutte queste caratteristiche le abbiamo cercate anche oltre l’Emilia Romagna: il criterio di fondo doveva essere la dimensione del mercato e non i confini».

Il vice presidente Matteo Marzotto sottolinea che «si stanno aggregando realtà eccellenti: insieme possiamo competere di più e meglio. Questo modello, da precursore potrà diventare ulteriore polo aggregatore e impulso allo sviluppo di un sistema fieristico italiano».

Cagnoni, non nascondendo la sua emozione per la nascita di un progetto «che sino a pochi mesi fa non eravamo sicuri di concretizzare», aggiunge che, dal 2017, «è atteso un fatturato in crescita grazie anche a un nuovo piano industriale e alla ricerca di mercati internazionali che insieme saremo in grado di affrontare». Già dal 3 novembre, senza entrare nel dettaglio, il direttore generale di Italian exhibition group Corrado Facco annuncia che «qualcosa cambierà nel portafoglio fieristico grazie alla nuova aggregazione».

Le premesse sono buone anche se qualche nube all’orizzonte si potrebbe profilare: eventuali esuberi del personale. Per il momento il presidente Cagnoni rassicura: «Quello degli esuberi è l’ultimo dei problemi che ci assillano anche se certe operazioni non possono escluderlo». Al momento il gruppo conta su 270 professionisti, grazie ai quali vengono programmati e organizzati complessivamente 61 prodotti in portafoglio (eventi fieristici) che spaziano dal food&beverage all’ecologia, alle tecnologie, intrattenimento, turismo, benessere, gioielleria e moda. Il sindaco di Rimini Andrea Gnassi ha definito questa fusione «una bella operazione italiana». E aggiunge: «Il nuovo gruppo è la dimostrazione che il nostro Paese non sa rispondere solo con la pancia e con i campanili. Non siamo in tempo di crisi ma di cambiamento di epoca. L’obiettivo di medio periodo: dobbiamo ambire a diventare tra i primi dieci quartieri fieristici in Europa. Un gruppo come questo può portare un indotto fino a 1.400.000.000». Il sindaco di Vicenza Achille Variati sottolinea che «rimanere piccoli e isolati nel mercato rappresenta un rischio; al contrario l’aggregazione fra realtà solide è la strada da seguire per affrontare le sfide del futuro».

Durante la cerimonia di ieri che ha sancito la fusione tra le due realtà fieristiche, è stata scoperta la targa con il logo del nuovo gruppo. La scelta dei colori (rosso e verde) ha tenuto conto dei valori e dei marchi di Rimini e Vicenza: verde per “the green core” e rosso per “the beauty & well done”. Il logo esprime l’internazionalità e l’italianità del gruppo, comunica i valori di incontro e aggregazione. Anche la scelta del nome in inglese, come ha sottolineato il direttore Facco, «è stata fatta per fare arrivare bene il messaggio nei grandi mercati internazionali».

Già dal primo novembre, tutte le manifestazioni in calendario saranno firmate da Italian exhibition group e il prossimo mese di attività vedrà lo svolgimento di undici rassegne nei due quartieri fieristici. È stato già creato l’hashtag #iegexpo.

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