Grembiulini in piazza

Rimini

RIMINI. Erano in duecento in piazza Cavour e al termine della manifestazione pubblica (la prima) hanno raccolto almeno duemila firme. Qual è la battaglia (pacifica)? Giù le mani dalle scuole di Rimini.
E’ noto. Il Comune progetta di affidare ai privati il 40 per cento di asili nido e scuole per l’infanzia: nel giro di tre anni. Perché? Limiti di spesa tengono sotto controllo la pianta organica, le nuove assunzioni sono vietate, alla fine qualcosa potrebbe essere chiuso. La gestione esterna salverebbe tutto. Palazzo Garampi ha più volte garantito: nulla cambia.
C’è chi non ci crede. Genitori, insegnanti, sindacati, forze di opposizione. In attesa delle prossime iniziative (mercoledì sera assemblea proclamata da Cgil, Cisl e Uil e venerdì incontro pubblico di Rimini in Comune), ieri mattina Giù le mani ha inaugurato lo stato di agitazione.
Il portavoce dell’associazione che ha portato in piazza insegnanti e genitori, Alessandro Bascucci, ha ripetuto le ragioni del no. In sintesi: nonostante il patto di stabilità, le maestre si potrebbero stabilizzare lo stesso, se non lo si fa dipende da scelte politiche che però nessuno ha spiegato e «non è accettabile».
Come era stato annunciato, la manifestazione è stata pacifica. Al momento di farsi sentire, Bascucci “armato” di megafono ha urlato «bravi bravi bravi». E poi. «Hanno detto ogni tipo di bugia, ma la verità arriva sempre. Oggi manifestiamo, ma non ci fermiamo, andremo avanti. Controlleremo ogni lettera del bando, chi parteciperà, dai parenti fino a con chi andava alla scuola materna. Siamo pronti ad andare al Tar se ce ne sarà bisogno, oppure anche fare ricorso a un referendum cittadino».
Impossibile non notare, però, come la manifestazione di ieri sia diventata anche una “vetrina” politica. Solo alcune delle presenze, senza l’ambizione di avere visto tutti: Raffaella Sensoli e Gianluca Tamburini (M5S), Luigi Camporesi e Filippo Zilli (Obiettivo civico), Savio Galvani (Rimini in Comune), Matteo Zoccarato (Lega Nord), Mara Marani (Rimini People), Marina Mascioni (Fronte nazionale).
Domanda per Bascucci, non si sente un filino tirato per la giacca? «Quando ho sollevato la questione ho chiamato sindacati e politici, hanno detto la battaglia è giusta, facciamola assieme. Se avessi cercato Morolli non credo avrebbe fatto parte di Giù le mani dalla scuola. Oggi però in piazza non ci sono le bandiere dei partiti, l’unica bandiera è il grembiulino dei bambini che sventola».

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