Comune e sindacati rompono sugli asili: pronti alla mobilitazione

Rimini

RIMINI. I segnali erano già stati piuttosto eloquenti: la privatizzazione degli asili al sindacato piaceva proprio poco. Così come alle insegnanti e alle famiglie, per non parlare dell’opposizione. Ma ieri mattina Cgil, Cisl e Uil hanno denunciato l’impossibilità a dialogare con il Comune e chiesto ai lavoratori la proclamazione dello stato di agitazione. Non solo. Nei prossimi giorni sarà convocato un incontro aperto ai genitori dei bambini. Obiettivo? Organizzare una mobilitazione. La questione è calda e tiene banco da diversi giorni. Il Comune ha un piano per affidare all’esterno, tramite bando, alcune strutture di nido e scuole per l’infanzia: Do Re Mi, La Giostra, Arcobaleno, Al Zgheli, Il Volo e Il Borgo. In una lettera consegnata alle famiglie, l’amministrazione garantisce che nulla cambierà in termini di modalità, organizzazione, rette e qualità del servizio.

E si arriva a ieri mattina. Appuntamento in Comune per un faccia a faccia fra Cgil, Cisl e Uil e Comune. Al tavolo i segretari confederali e quelli di categoria, gli assessori Mattia Morolli (scuola) e Gloria Lisi (personale). Il progetto triennale (2017-2018) coinvolge 4 sezioni su 26 al nido e 16 su 47 alle materne.

Come è andata? Male. Scrivono infatti i segretari Graziano Urbinati (Cgil), Daniele Saporetti (Cisl) e Giuseppina Morolli (Uil). «Nonostante ancora una volta l’amministrazione comunale abbia tenuto un comportamento non coerente con quanto sottoscritto nel Protocollo sulle relazioni sindacali firmato nell’aprile scorso, evitando il confronto nel merito della questione e inviando, tra l’altro, alla vigilia dell’incontro una lettera alle famiglie elencando le proprie determinazioni, l’atteggiamento della parte sindacale è stato propositivo e inizialmente interlocutorio».

Tipo? «Sono stati chiesti elementi di conoscenza, mai forniti fino ad oggi, sulla sostenibilità diretta di gestione di asili nido e scuole materne da parte del Comune entro i vincoli e i limiti dettati dalla finanza pubblica. Inoltre, di verificare la possibilità di convogliare nell’Asp eventuali eccedenze».

Risultato? «In sostanza ciò che è emerso con chiarezza è la volontà politica dell’amministrazione di procedere sempre più verso la privatizzazione dei servizi educativi a prescindere da ulteriori considerazioni. A conferma di ciò va detto che se l’ipotesi che è stata diffusa è quella di privatizzare il 40 per cento dei servizi, essa, allo stato attuale, è già stata ampiamente superata. Stando infatti ai dati 2015-2016 (verificabili sui siti istituzionali) per quanto riguarda i nidi la situazione è la seguente: 11 comunali per 457 posti, 4 in appalto per 169 posti, 13 privati per 262 posti; per quanto riguarda la Scuola materna, dei 3.486 posti disponibili, 1.219 sono comunali, 155 privati, 1.404 istituti ecclesiastici, 878 scuole statali».

Alla luce di tutto ciò, i sindacati prendono atto che non c’è dialogo. «Verificata l’impossibilità di procedere il confronto tra le parti, come Cgil, Cisl e Uil confederali, chiediamo ai lavoratori e alle categorie sindacali di riferimento di proclamare lo stato di agitazione e invitiamo le famiglie a partecipare a un incontro che fisseremo al più presto per organizzare la mobilitazione necessaria a contrastare il piano di esternalizzazione del Comune».

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