Pokemon in chiese, moschea e cimiteri

Rimini

RIMINI. Solo i “cacciatori” più abili si sono accorti che i Pokemon non solo sono ovunque, ma proprio a Rimini i “mostriciattoli” hanno steso un ponte fra le religioni: il Tempio malatestiano è sede di una “palestra”, la Moschea di un Pokestop.

Allora. Da mesi indigeni e turisti, camminano dal mare al centro storico mostrando più o meno la stessa postura: cellulare in una mano, spalle incurvate, testa inclinata verso il basso. Chi li deride non ha dubbi: poveri scemi. Chi gioca non ha dubbi: a chi do fastidio?

A qualcuno evidentemente sì, se a Roma hanno pensato di eliminare i Pokemon da una chiesa: Santa Maria Immacolata di Lourdes. Il cartello in bacheca è piuttosto chiaro, così come l’invito in codice: spegnete pure il cellulare che tanto qua dentro non si trova nulla.

Ed eccolo qua il punto. Il mix perfetto tra gps, stradario e giochino, ha trasformato ogni luogo, monumento, statua, chiesa, ufficio, punto di riferimento cittadino in un alleato dei Pokemon. Luoghi raggiunti dai cacciatori di ogni età a ogni ora del giorno: o si trovano “munizioni” o si fanno i punti. Una esagerazione? Proprio no. Teatro Galli, la macchina fotografica in piazzale Fellini, le fontane di Viserba, i murales del Borgo, il papa Paolo V in piazza Cavour, il cippo in piazza Tre Martiri, la Domus del chirurgo. L’elenco potrebbe essere infinito.

Qualche settimana fa un pub del centro sfruttò la fortunata collocazione fra due Pokestop per farsi promozione: ogni sera buttiamo le esche e i mostri si tirano su con il retino (immagine figurata, ma rende l’idea).

Ma torniamo al punto: i mostriciattoli visti come una sorta di “demonio” da esorcizzare. A Rimini c’è ben poco da fare. Non è raro soprattutto nelle ore serali imbattersi in avventori guardinghi, seduti sulla bici da caccia, sguardo al Duomo. Ammirano il capolavoro? Magari sì. Ma la prima preoccupazione è combattere, conquistare la palestra costruita proprio davanti al Tempio. Ma è così ovunque, da Sant’Agostino ai Servi, da Santa Rita alle Clarisse. Anzi. Proprio la piazzetta (San Bernardino) davanti al convento è stata scelta come il luogo dei sogni: piccoli spazi, tre Pokestop in pochi metri quadrati, comode panchine e con poche esche si torna a casa con un bottino da primato.

Se il centro storico e la zona turistica sono ampiamente serviti (in piazzale Fellini servirebbe un vigile per gestire il flusso dei giocatori), ironia della sorte anche i Pokemon trascurano le periferie: Viserba, Viserbella, Torre Pedrera sono realtà ai confini dell’impero. In via Sacramora, però, spesso si nota un via vai sospetto verso il Cimitero, in orari in cui il cancello delle visite è chiuso. La risposta è semplice: all’ombra dei lumini sorge una palestra dove i ragazzini vanno ad allenare le proprie squadre di combattenti.

In tutto questo “delirio” virtuale c’è anche chi all’inaugurazione del Meeting è riuscito a catturare e fotografare un animaletto rosa, insieme al presidente Mattarella. E ancora lo racconta.

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