Palacongressi, Convention Bureau fa causa alla Società del Palazzo

Rimini

RIMINI. Convention Bureau fa causa alla Società del Palazzo srl proprietaria del nuovo palacongressi di Rimini. Se non è la Fiera che fa causa a se stessa, poco ci manca. La decisione è stata presa a maggioranza nel corso del consiglio di amministrazione che si è svolto lo scorso 4 febbraio.

Avanti dunque «con la procedura legale per ottenere il rimborso economico derivato da mancati introiti, danno d’immagine e oneri di promo commercializzazione». Tutti problemi che hanno causato perdite che, secondo Convention Bureau della Riviera di Rimini, sono riconducibili ai continui «rinvii dell’apertura del palacongressi» inizialmente prevista nel settembre 2010 ma slittata sino all’ottobre del 2011.

Una decisione un po’ a sorpresa se si pensa che fra gli otto soci di Convention Bureau a detenere la maggioranza con il 73% delle quote è la Fiera stessa. E mentre due soci non hanno fornito risposta, gli altri sei (fra cui la Fiera) hanno detto sì all’avvio del contenzioso.

Il palas. L’Astronave nasce su un’area di 38mila metri quadrati e conta novemila posti a sedere. E’ costata 104 milioni di euro, i lavori sono iniziati il 27 settembre del 2007 e terminati nel settembre del 2011, a distanza di un anno dal primo annuncio di taglio del nastro. Un rinvio provocato dagli ormai noti pilastri risultati non a norma, che hanno causato il blocco del cantiere, l’apertura di un fascicolo in Procura e un pandemonio mediatico.

Il presidente. Il presidente di Convention Bureau Roberto Berardi sgombra il campo dai dubbi: «Con la Fiera non ci sono attriti, ma unità di intenti. E’ innegabile che lo slittamento dell’apertura del palacongressi abbia rappresentato un forte effetto negativo per la nostra struttura dal momento che sono stati effettuati dei grandi investimenti. Così abbiamo deciso di procedere con l’azione legale. Le responsabilità devono essere a carico di chi non ci ha permesso di aprire a tempo debito».

La strategia. Tale scelta dovrebbe rafforzare anche l’azione della Società del Palazzo srl (presieduta dallo stesso numero uno della Fiera Lorenzo Cagnoni) nei confronti della ditta costruttrice la Cofely. Contro Cofely infatti la proprietà del palas ha aperto un’azione legale per il ritardo nella consegna dell’Astronave. Una partita che si gioca a suon di milioni. La Società del Palazzo ha quantificato il danno in 22 milioni di euro, mentre la Cofely ha risposto chiedendo 43 milioni. Una somma che il presidente Cagnoni ritiene assurda, specie in base alle motivazioni che la sostengono. Dal canto suo Convention bureau non ha ancora messo nero su bianco la cifra del risarcimento chiesta alla Società del Palazzo ma ha dato mandato a uno studio legale... di fare di conto. E’ verosimile pensare che si tratti di un altro colpo da diversi milioni di euro.

La battaglia del canone. Nelle scorse settimane erano nate alcune frizioni tra la Fiera e la controllata Convention Bureau. Cb aveva chiesto il dimezzamento del canone di affitto dall’attuale milione a mezzo milione di euro, Cagnoni ha risposto picche. Un problema - filtra dagli ambienti congressuali - legato ai tempi della richiesta: insomma nel 2013 non si può, per il 2014 vedremo.

Ora il presidente Berardi puntualizza: «L’apertura della pratica legata all’azione legale è partita molto prima della richiesta di riduzione del canone. Un problema, quello del taglio dell’affitto, che deriva dal contesto economico negativo diverso da quello che era stato prospettato inizialmente». Così il numero uno di Cb ribadisce «la piena sintonia e condivisione di strategie con il Gruppo Rimini Fiera per lo sviluppo del turismo congressuale e fieristico del territorio riminese».

Intanto il palas per il 2014 ha già raccolto contratti per 6 milioni di euro. Il pareggio di bilancio è fissato a quota 9: se continua di questo passo il traguardo potrebbe essere raggiunto e superato.

 

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