Sindaco finisce agli arresti domiciliari

Rimini

MONTE COLOMBO. Con l’accusa di abuso d’ufficio, falso e truffa aggravata, in esecuzione di un’ordinanza di custodia emessa dal giudice su richiesta della procura di Rimini è finito ieri agli arresti domiciliari Eugenio Fiorini, sindaco del comune di Monte Colombo (è difeso dagli avvocati Filippo Airaudo e Silvio Campana). E’ l’ultimo sviluppo di un’inchiesta di lunga data affidata ai carabinieri di Riccione e della stazione di Montescudo che già nel gennaio 2013 aveva portato i militari a perquisire gli uffici comunali per raccogliere la documentazione sospetta. La prima situazione a finire sotto la lente degli investigatori era stata una delibera, relativa al collaudo di via Canepa (irregolare secondo l’accusa) legato allo “svincolo” di una fideiussione dell’associazione no profit vicina alla cosiddetta “Comunità del lago”, proprio alla vigilia delle elezioni comunali del maggio 2011.

Per Fiorini, all’epoca dei fatti vice sindaco uscente alla testa di una lista civica, la consultazione si trasformò in un plebiscito che gli riconsegnò la fascia tricolore a distanza di anni da quando l’aveva già indossata una prima volta, sempre a Monte Colombo. Quella mossa però, considerata un po’ troppo disinvolta e mirata a garantirsi il pacchetto delle preferenze degli ospiti della comunità, non era andata giù all’opposizione che riversò i sospetti in un dettagliato esposto presentato in caserma. Un secondo filone d’indagine riguarda la costruzione su un terreno agricolo di un’abitazione in località Taverna di Monte Colombo, destinata ad alcuni familiari del sindaco (è stata posta sotto sequestro). Per aggirare le norme il sindaco avrebbe simulato l’affitto del terreno a un coltivatore diretto di Coriano, autorizzato in ragione della sua attività a edificare la casa in quanto “annessa all’azienda agricola”. In realtà si sarebbe appurato che non esisteva alcuna fattoria, l’attività era inesistente e l’agricoltore (a sua volta indagato per favoreggiamento) avrebbe fatto semplicemente da prestanome. La successiva “sanatoria”, ottenuta con pochi spiccioli, non poteva neppure essere richiesta. Gli episodi contestati sono diversi (e ci sarebbe anche un terzo indagato), e più recenti nel tempo: uno concerne la “bocciatura” della richiesta di trasferimento di una farmacia da una frazione all’altra del territorio comunale. La reale motivazione, stando alle dichiarazioni di un testimone, è che il sindaco non avrebbe voluto danneggiare un farmacista “amico”. Infine, Fiorini, avrebbe cercato di frapporre “ostacoli” alle indagini, a detta degli inquirenti, bonificando il proprio studio professionale dalle microspie piazzate a sua insaputa dai carabinieri.

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