Addio don Tonino, prete vicino alla gente

Rimini

BELLARIA IGEA MARINA. E’ morto la scorsa notte all’età di 71 anni don Antonio Brigliadori, parroco del Sacro Cuore di Gesù di Bellaria. Don Tonino (questo il nome con cui tutti lo conoscevano) era stato colpito qualche mese fa da una malattia che non lascia scampo.

Era stato sacerdote a Rimini nella chiesa del Crocefisso, poi per nove anni parroco nella chiesa Gesù Redentore all’Alba di Riccione. Nel 2002 poi era tornato a Bellaria Igea Marina, la città che gli ha dato i natali. E fino allo scorso giugno era stato delegato vescovile per il diaconato permanente. Sacerdote molto conosciuto e umile, è sempre stato ben voluto e stimato non solo dai parrocchiani ma dall’intera comunità bellariese. La camera ardente verrà allestita nella sua parrocchia a partire dalla prima mattinata di oggi e sino alle 22, mentre alle 20.30 è in programma la veglia funebre. Il funerale si celebrerà domani alle 10, sempre al Sacro Cuore di Bellaria: la funzione sarà celebrata dal vescovo monsignor Francesco Lambiasi. La salma di don Tonino sarà poi tumulata al cimitero di Bellaria.

«Don Brigliadori stava male da un po’ di tempo e purtroppo non ce l’ha più fatta - racconta il sindaco Enzo Ceccarelli -. Io lo conoscevo molto bene così come tutti i parroci del nostro comune. Guidava la parrocchia centrale di Bellaria, era un sacerdote molto discreto ma nonostante questo anche ben inserito, molto presente e attivo, così da diventare il coordinatore di tante iniziative».

«Don Tonino è sempre riuscito a costruire un gruppo importante di persone intorno alla chiesa - aggiunge il sindaco -. Lo si è visto anche in queste ultime settimane di malattia, quando la gente si ritrovava in parrocchia per dedicargli dei momenti di preghiera. La sua scomparsa lascerà grande tristezza».

Molto sentito il ricordo di don Claudio Comanducci, parrocco di Bellaria Monte: «Don Tonino è un prete che ha dato molto alla comunità, non solo quella di Bellaria Igea Marina ma a tutte quelle delle città in cui è stato. Una delle cose belle che mi ha lasciato è senza dubbio la capacità di guardare avanti, lontano, di pensare in grande e nello stesso tempo e di essere attento alle situazioni delle persone, una per una».

Don Claudio sottolinea anche «le tante manifestazioni di affetto ricevute negli ultimi giorni da parte non solo dei parrocchiani ma di tanti turisti che lo hanno conosciuto. Sono venuti in chiesa, hanno chiesto delle sue condizioni di salute: persone che si erano confessate da lui e a cui avevano aperto il loro cuore, sempre ricevendo in cambio parole buone, di consolazione e anche di aiuto». (lu.ca.)

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