Autopsia conferma: stroncato dall'ecstasy. Edema cerebrale compatibile con una massiccia assunzione della sostanza

Rimini

RIMINI. Il sogno del paese dei balocchi all’improvviso si trasforma nell’incubo di pupille che si rilassano e si contraggono al tempo di una musica techno non più sincronizzata sul battito cardiaco, perché il tuo cuore, per via di quello che hai preso, sembra impazzito e oltrepassa le note del deejay per inseguire il ritmo dello stordimento. Tra te e l’aria a un certo punto c’è un muro invalicabile di ragazzi sudati da oltrepassare strofinandosi addosso alle loro canottiere e inciampando sui divanetti. Il ballo ossessivo fa perdere acqua e sali, ma più bevi e peggio è: introduci liquidi, ma non i sali mancanti. Le cellule nervose, stimolate dall’ecstasy, si gonfiano di acqua, il livello di sodio nel sangue si abbassa. La testa fa male, ma quando vomiti, tre quarti d’ora prima del malore fatale, pensi che non sia niente, magari l’alcol. Nessuno sa consigliarti. Come quando hai sciolto quel sale amaro nella bottiglietta: troppo per una persona, ma a chi chiedere? Quelli più grandi l’hanno già fatto. “Dai prova, non c’è da preoccuparsi”. Quando arrivano le difficoltà respiratorie è troppo tardi, di lì a poco sarà il momento delle convulsioni.

E’ stato «un edema cerebrale compatibile con una massiccia assunzione di ecstasy» a portare all’arresto cardiaco di Lamberto Lucaccioni, il sedicenne morto dopo un malore in discoteca, a Riccione. E’ quanto ha evidenziato l’autopsia disposta dal pm Elisa Milocco, effettuata ieri dal dottor Pier Paolo Balli. «Non c’è alcuna ipotesi alternativa all’overdose: sarà il laboratorio a dirci eventuali commistioni con bevande alcoliche». Il ragazzo, liceale al classico e mezzala della squadra del quartiere, stava bene prima di tracannare dalla bottiglietta, convinto chissà da chi e quando, che quello era un modo per sentirsi “grande”. L’esame non ha rilevato malformazioni congenite, né patologie pregresse, e quindi ha confermato di fatto, in attesa dell’esito delle analisi tossicologiche (entro novanta giorni), l’ipotesi iniziale. Il ragazzo è morto per la droga. «In questa vicenda – sottolinea l’avvocato dei genitori, Roberto Bianchi - c’ è una sola vittima ed è Lamberto». Il 19enne di Città di Castello accusato dello spaccio fatale si dispera, ma è vivo. E libero, anche se la circostanza appare strana a chi non mastica la legge o ha tutto l’interesse a puntare il dito su un unico colpevole e assolvere la cultura dello sballo che distrugge, come alla roulette russa, le vite dei ragazzi. I carabinieri di Riccione sono ancora alla ricerca di un altro pusher. «Un ragazzo giovane, italiano, indossava una t-shirt», ha detto l’indagato. Sabato notte ce n’era almeno un migliaio corrispondente alla descrizione e l’analisi dei filmati per adesso non ha portato a niente di concreto. Eppure gli investigatori ritengono credibile l’ulteriore fornitura, una bustina di ecstasy in polvere da 0,30 grammi, procurata a Lamberto all’interno del “Cocorico” dal solito concittadino che però aveva dovuto procurarsela tra gli avventori della pista da ballo. Il sedicenne l’avrebbe richiesta, all’insaputa dei suoi stessi due amici con i quali si accompagnava. Oggi nel duomo di Città di Castello sarà allestita la camera ardente per la veglia pubblica: il sindaco ha annullato tutti gli appuntamenti in programma per stasera. «Per rispetto di Lamberto e per una riflessione collettiva sulla sua morte». Domani nella città umbra si si svolgeranno i funerali. La sera a Riccione il “Cocorico” riaprirà i battenti, con un servizio di sorveglianza potenziato e una serata con un titolo che è già un programma: “Diabolika”.

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