Inaugurato il grande depuratore

Rimini

RIMINI. Ha sottolineato come il suo carattere fumino sia stata una delle armi vincenti per arrivare alla realizzazione «del più grande progetto ambientale d’Italia» per cui «mi hanno dato perfino del matto». Poi, sotto lo sguardo attento del vescovo Francesco Lambiasi, ha fatto proprio e citato testualmente uno dei tanti importanti passaggi di “Laudato sì” l’enciclica che Papa Francesco ha dedicato alla salvaguardia del bene in comune di tutti: la terra.

È stata davvero una giornata speciale «da far tremare le gambe» quella vissuta ieri del sindaco Andrea Gnassi e della sua amministrazione che ha visto il taglio del nastro del nuovo depuratoredi Santa Giustina «opera fondamentale per il futuro non solo di Rimini». Un investimento da 154 milioni di euro, annunciato 15 anni fa, di cui i primi mattoni sono stati messi nel 2007 e che è diventato il cuore pulsante del mandato della sua giunta «nel luglio del 2011 quando quello che solitamente veniva scaricato in mare dopo un acquazzone, si sfogò in superficie». Un disastro che poteva sfociare nella distruzione di Rimini «città rinata da zero dopo essere stata rasa al suolo da 387 bombardamenti» quando la procura della Repubblica ha aperto un’inchiesta per «epidemia colposa», mettendo a rischio l’intero comparto turistico emiliano romagnolo. Ed invece a breve «con discrezione per non creare troppi disagi agli operatori balneari e ai turisti» in quel piazzale Kennedy dove «l’architetto Foster per realizzare il suo masterplan voleva costruire un totem di 100 metri verso il cielo, noi 36 metri sotto collocheremo una vasca d’accumulo che con i suoi 35mila metri cubi sarà il più capiente sistema di accumulo d’Italia». Sarà l’intervento numero nove degli 11 previsti dal Piano di salvaguardia della balneazione (Psbo) messo in campo da Comune, Hera, Romagna Acqua, Amir. «Da quel disastro è nato il più grande progetto di risanamento ambientale del Paese» che fa di Rimini una mosca bianca «in un Paese dove il 60 per cento delle località grandi o piccole che si affacciano sul mare «non hanno un proprio depuratore».

Prima del sindaco Stefano Venier, amministratore delegato di Hera, nel dirsi orgoglioso d’aver partecipato a un lavoro unico, sottolinea come il depuratore potenziato di Santa Giustina sia un’opera «estremamente importante perchè esempio di perfetta collaborazione tra pubblico e privato» che ha permesso di rispettare sia i tempi di realizzazione «36 mesi di cui 10 necessari al collaudo e 5 di pausa» che i costi «non è stato speso un euro in più di quanto preventivato». E non è cosa di poco conto se si pensa che l’impianto più grande d’Europa con tecnologia talmente rivoluzionaria (ultrafiltrazione a membrane) sarà una delle “attrazioni” della prossima convention sulle acque in programma a Houston.

Rimini, tassello di una sensibilità che ha permesso all’Emilia Romagna di essere una delle solo tre regioni del Belpaese a non essere multata dall’Unione Europea per aver “dimenticato” la depurazione delle acque. «Una mancanza - ha concluso Venier - che il prossimo anno costerà al nostro Paese multe da 485 milioni di euro».

«Questo depuratore - ha sentenziato Tonino Barnabè, presidente di Romagna Acque Società delle Fonti che ha investito circa 80 milioni di euro- è la seconda grande vittoria per la difesa del nostro mare e del nostro turismo dopo la sconfitta delle mucillagini».

Turismo che il presidente della Regione Stefano Bonaccini ritiene uno degli assi portanti della ripresa emiliano romagnola e che da qui alla fine del suo mandato vuole vedere salire «dall’8,6 al 10 per cento del Pil». Ma per ottenere questo risultato bisogna investire, e tanto, sulla salvaguardia e la messa in sicurezza del territorio. Nodi idraulici che il governatore intende risolvere con i 100 milioni di euro che il governo destinerà alla Regione grazie al “Green act” su cui è al lavoro il ministro dell’Ambiente, Gianluca Galletti. In arrivo ci sono poi i 20 milioni per il ripascimento delle coste (18,5 stanziati da Roma). «Sono necessari interventi strutturali», rimarca Bonaccini, bandendo i colori politici, perchè «conta la comunità intera. Se si sta insieme arrivano grandi risultati» e «le ruspe - lancia una freccita al leader della Lega Nord Matteo Salvini - si possono usare anche non contro qualcosa o qualcuno, ma per dare benefici alla collettività».

All’inaugurazione erano presenti anche Nadia Rossi (Pd) ex assessore della Giunta Gnassi ora consigliere regionale che ha ribadito la validità del cammino intrapreso da Rimini per valorizzare la sua principale risorsa, «il mare», i sindaci di Coriano Domenica Spinelli e Misano Adriatico Stefano Giannini.

I dati tecnici. Il nuovo impianto ora è in grado di servire l’equivalente di 560 mila abitanti durante la stagione estiva e di 370mila il resto dell’anno. Entro 5 anni verranno trattati i reflui dei comuni di Rimini, Coriano, Santarcangelo, Verucchio, Poggio Torriana, Bellaria Igea Marina, San Leo, Borghi (Forlì-Cesena) e della Repubblica di San Marino.

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