Addio stadio, ma i progettisti vogliono i soldi

Rimini

 

RIMINI. Quando la partita dello stadio si concluse definitivamente qualcuno trasse un sospiro di sollievo, altri restarono delusi, rassegnati nel frattempo al ridimensionamento delle prospettive della squadra.

Tre fischi e tutti negli spogliatoi. Adesso, però, sepolti sia i progetti faraonici sia quelli che adesso con la risalita del Rimini sarebbero anche potuti tornare utili, è il momento dei tempi supplementari, magari davanti a un arbitro che anche se privo del fischietto, indossa la toga. Quattro bandi, un consorzio di imprese e promesse mai mantenute hanno infatti lasciato il segno. I progettisti ingaggiati all’epoca per disegnare un Romeo Neri 2, capace di non sfigurare in Europa, poi in Italia, con le luci o senza luci, con preventivi che variarono da 38 milioni a 23 milioni di euro e capienza teorica elastica alla stessa maniera, non sono mai stati retribuiti per il loro lavoro. Stufi di aspettare da anni ora si sono rivolti a un legale e battono cassa: poco meno di 850mila euro. Una grana che non riguarda direttamente il Comune, sebbene agli occhi di molti risulti “responsabile” del pateracchio fatto di bandi e delibere cancellate: Palazzo Garampi forte del risarcimento negato dal Tar può infatti fare legittimamente da spettatore. A pagare rischiano di essere le uniche imprese sopravvissute al “consorzio” dell’epoca. La chiamata in causa in solido riguarda solo loro vista la morìa delle altre, tra fallimenti e concordati. Sebbene lo stop al progetto riguardi l’amministrazione precedente, c’è chi spera in un intervento di mediazione, visto che le difficoltà nascono dalla decisione di tirare una riga sui progetti, ma dono almeno cinque anni di confronti. Giorno più giorno meno, il fumettone inizia nel 2005, dopo l’estate con un bando destinato a raccogliere la manifestazione d’interesse. Si presenta il pool con tanto di portavoce. Pronto a costruire lo stadio in cambio di 90mila metri di residenziale (fra vecchio e nuovo). Il dialogo sul possibile scambio va avanti, i progetti si susseguono. I costi sono sempre troppo alti. Poi, un uragano di polemiche per mesi si abbatte sulla progetto, finché viene accantonato. Intanto passano i mesi, muore improvvisamente il patron della Rimini Calcio Vincenzo Bellavista, la Cocif perde via via entusiasmo, non iscrive la squadra al campionato, si riparte dilettanti. Dello stadio nuovo non si riparla più, nonostante gli alti e bassi sportivi, almeno fino al ritorno di fiamma dell’entusiasmo. Il Rimini risolleva la testa e così anche i vecchi progettisti che reclamano le loro parcelle.

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