Vivono da ricchi però chiedono sussidi al Comune

Rimini

RIMINI. Chiedono un aiuto al Comune perchè proprio non riescono a pagare la retta dell’asilo, peccato però per quella vettura che fa subito rima con “furbetto” della peggior razza. Sono 169 le dichiarazioni giudicate non congrue, presentate da chi richiede agevolazioni o esenzioni sulle tariffe dei servizi educativi. Sono i primi risultati della ricognizione. In sintesi, il reddito non risulta compatibile con lo “stile di vita”, individuato tramite i parametri del paniere Istat (ad esempio numero e modello di auto possedute). Nel dettaglio, per quanto riguarda i nidi di infanzia, su 459 agevolazioni richieste (86% degli iscritti), le dichiarazioni non congrue sono state 64 (14%); per le scuole d’infanzia, su 851 richieste (89%), sono 105 le non congrue (11%).

Questi dati sono il primo risultato di un tavolo di lavoro a cui il Comune sta lavorando da alcuni anni, con la collaborazione della Guardia di finanza e la consulenza dell’Università di Trento. L’obiettivo è quello di intervenire a favore di una maggiore giustizia sociale. Per questo si è deciso di introdurre nuovi criteri per la determinazione della congruità della Dsu (Dichiarazione sostitutiva unica) nei bandi pubblici relativi a casa, scuola e servizi sociali. La sperimentazione è partita per la prima volta a dicembre 2014, con il “bando badanti”, ed è proseguita con i successivi, fino all’ultimo relativo alle tariffe per la refezione nelle scuole primarie e per l’infanzia per l’anno scolastico 2015-2016.

Chi chiede tariffe agevolate è tenuto a fornire informazioni aggiuntive rispetto alle certificazioni Isee, relative il tenore di vita (numero di auto intestate, misure in metri quadrati dell’appartamento di residenza, importo mensile del canone di locazione) al fine di valutare la congruità tra consumi e redditi disponibili. Se non è così viene attivato un processo di verifica, con la possibilità di convocare i richiedenti per fornire ulteriori chiarimenti.

Un provvedimento che, oltre che fungere da deterrente verso i “furbetti”, è in grado sia di utilizzare meglio le risorse pubbliche, sia di marcare culturalmente in maniera forte e decisa una presa di posizione a favore dell’equità sociale.

«In un periodo dove sempre più difficile è trovare le risorse per garantire i servizi pubblici - dice il vice sindaco Gloria Lisi - è ancora più doveroso per gli enti locali garantire che le risorse siano dirette a chi ne ha veramente bisogno. Non c’è niente di più detestabile e ingiusto che chi si approfitta delle persone che hanno reale bisogno, sottraendogli quanto loro spetta. Questi dati sono solo il primo passo per comprendere nella reale portata questo problema. Per questo sarà mio compito presentarli anche alla Guardia di Finanza».

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