Valeria Piccari travolta in pieno centro

Rimini

RIMINI. Travolta da un furgone davanti al Comune, ai margini di una commissione dedicata alle Case dell’acqua. In piena isola pedonale. La disavventura è capitata ieri mattina a Valeria Piccari, consigliere comunale di Forza Italia. L’esponente di minoranza, uscendo da una tabaccheria di Corso d’Augusto, proprio in prossimità dell’ingresso di Palazzo Garampi, è stata investita da un mezzo che procedeva in retromarcia, addetto alla raccolta rifiuti.

«Cadendo, Valeria è finita contro un paio di biciclette - racconta Gennaro Mauro, collega del Ncd -. Sentiva molto dolore alla schiena ed è rimasta sdraiata in terra, aspettando i soccorsi. Spiace che l’ambulanza ci abbia messo circa mezz’ora per arrivare».

Giunta in ospedale, Valeria Piccari è stata sottoposta a tutti gli esami, la Tac ha dato esito negativo, però i medici hanno preferito tenerla in osservazione fino a questa mattina. Come si dice in questi casi: tanto dolore, tanta paura, ma è andata bene.

Casine dell’acqua in commissione. Tornando alla commissione, ieri è stata discussa la mozione di Gioenzo Renzi (FdI) dedicata alle Casine dell’acqua. «Ancora una volta - ha spiegato l’assessore all’ambiente Sara Visintin - ho ribadito la filosofia che sta alla base del progetto: un investimento di soldi pubblici per offrire ai cittadini un servizio pubblico, garantendo l’accessibilità gratuita a un bene primario e allo stesso tempo promuovendo l’utilizzo dell’acqua di rete. Acqua che, è bene ricordarlo, è buona, sicura, costantemente controllata ed economica».

Al momento sono attive tre case dell’acqua al Villaggio Primo Maggio, all’ingresso del Parco Ausa e al Parco Alcide Cervi. «Molto apprezzate dai cittadini, tanto che abbiamo deciso di ampliare il servizio con altri quattro distributori in modo da coprire meglio il territorio (Santa Giustina, Viserba, Rivazzurra e Miramare)».

Renzi contesta all’amministrazione il fatto di non aver affidato l’installazione e la gestione dei distributori ad un privato- «Una scelta questa, fatta solo dopo aver tastato il polso del privato interessato e aver capito che non c’erano le condizioni per procedere. Ricordo infatti che l’eventuale scelta di affidare a privati l’installazione delle case dell’acqua non avrebbe avuto costo zero per il Comune, che invece avrebbe dovuto ad esempio farsi carico degli allacci idrici ed elettrici, della concessione dell’utilizzo del suolo pubblico, degli oneri di pubblicità del servizio e della pulizia esterna».

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