L'Enac chiude la porta in faccia ad AiRiminum

Rimini

RIMINI. L’Enac sbatte la porta dell’aeroporto in faccia ad AiRiminum. E’ l’amara sorpresa ricevuta ieri dai 14 nuovi assunti della società che gestisce lo scalo di Miramare i quali non hanno potuto raggiungere gli uffici dopo che per due settimane ci avevano lavorato regolarmente. Uno stop pesante e inatteso che, a questo punto, mette a rischio non solo l’incontro con i sindacati programmato per domani, ma anche la riapertura stessa del Fellini fissata fra poco più di una settimana, mercoledì 4 marzo.

A bloccare a sorpresa l’ingresso ad AiRiminum - secondo quanto riferisce la società dei cieli - è stato lo stesso Enac. «Da ieri i dipendenti non hanno più accesso agli uffici - spiega la Spa -. Le chiavi della struttura sono state richieste da Paolo Trapani, già direttore generale della fallita Aeradria, il quale ha dichiarato di agire su richiesta di Maria Concetta Laudato direttore di Enac Emilia Romagna».

L’attacco. Il presidente Laura Fincato è a dir poco contrariata: «E’ una situazione kafkiana: chi non vuole la riapertura dell’aeroporto? Difficilmente potremo ragionare su scenari positivi visto che si continuano a sollevare le asticelle degli ostacoli che forse qualcuno vuol rendere insuperabili, a danno dell’economia di tutta la Riviera. Per prima cosa mi rivolgerò al prefetto: questi inspiegabili e continui stop-and-go stanno compromettendo l’obiettivo che AiRiminum 2014 si era prefigurata, quello di dare una pronta risposta alle istanze del territorio e della stessa Enac per una riapertura dell’aerostazione già ai primi di marzo».

Il punto. Ma che cosa può avere frenato l’Enac? AiRiminum è potuta entrare per la prima volta in aeroporto il 13 gennaio e ha ottenuto le certificazioni il 9 febbraio scorso. I passi successivi sono la convenzione per 30 anni con Enac e il decreto del ministero dei trasporti per il cambio di mano delle aree. Passaggi che a Roma non sono ancora stati completati: così AiRiminum non può ottenere il pieno possesso del Fellini, la cui concessione resta in mano all’Enac. E sinora i dipendenti sono potuti entrare nella struttura grazie alla deroga concessa dall’Ente dell’aviazione civile.

Il risarcimento danni. Per sbloccare la situazione l’amministratore unico della società Leonardo Corbucci ha scritto subito al direttore generale di Enac Alessio Quaranta annunciando una richiesta di risarcimento danni «a causa degli stipendi che AiRiminum 2014 deve pagare ai suoi 14 dipendenti anche se non è consentito loro lavorare». Nella missiva Corbucci si lamenta pesantemente: «Nonostante tutti gli sforzi di AiRiminum 2014 per soddisfare le legittime richieste dell’Enac e delle altre autorità coinvolte raggiungendo i risultati spesso prima dei termini richiesti, abbiamo dovuto spesso superare faticosamente una serie di ostacoli inaspettati apposti dalla Direzione Aeroportuale Emilia Romagna relativi agli adempimenti burocratici».

«I bastoni fra le ruote». Corbucci cita numerosi esempi, a partire dal notam che impediva al team di certificazione di entrare al Fellini. Notam «emesso il 31 dicembre 2014, con la motivazione che era scaduta l’assicurazione del curatore, ma senza alcun avviso preventivo ad AiRiminum per poter superare il problema». E ancora «il team di certificazione ha avuto accesso al sedime aeroportuale solo il 13 gennaio, dopo che la società aveva stipulato l’assicurazione su tutti i beni demaniali nonostante ancora non ne fosse formalmente in possesso». E ieri un ulteriore atto: «Con la decisione di impedire ai dipendenti di AiRiminum di accedere agli uffici amministrativi dell’ex Aeradria, è stato raggiunto il paradosso, visto che le stanze erano occupate ormai da due settimane, dopo l’accordo con il curatore fallimentare».

L’Enac. «Non c’è una sola cosa che risponda al vero». E’ furioso il direttore di Enac dell’Emilia Romagna, Maria Concetta Laudato, dopo avere ricevuto la lettera con cui l’amministratore di AiRimunm 2014, Leonardo Corbucci, chiede il risarcimento danni. «Le cose non sono andate così. Mi riservo ogni azione per tutelare la mia persona e l’ente che rappresento» si limita a commentare Laudato. Della questione è stato interessato direttamente il direttore generale di Enac, Alessio Quaranta.

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