"Funerali" sull'acqua per i quattro dispersi
RAVENNA. “Funerale” simbolico in mezzo al mare per i dispersi della Gokbel: a volerli celebrare sono stati ieri mattina i parenti di due dei marinai turchi inghiotti dalle onde, quel terribile 28 dicembre di fronte al porto di Ravenna, dopo la collisione col mercantile “Lady Aziza”. Loro, a Ravenna già da un paio di giorni, sono tornati a chiedere di continuare le ricerche e dopo l'appello lanciato alla capitaneria di porto e al Comune, ora provano ancora più in alto: interessato direttamente il consolato perché faccia pressione sulle autorità italiane. «Siamo disposti a pagare noi perché le ricerche non si fermino. Anche il presidente Erdogan si sta mobilitando», hanno fatto sapere. E poi, vogliono giustizia: tanno già pensando di denunciare il mercantile del Belize per omissione di soccorso.
Ancora sconvolti dal dolore, ieri mattina, Harun Küçükbyk, fratello del marinaio Yigit Küçükbyk, e Sevket Bayraktar, genero del primo ufficiale di coperta Melih Erek, accompagnati dai propri legali Mariarita Calderoni e Maurizio Mauro, sono andati per la prima volta sul luogo della tragedia. Presenti anche i rappresentanti delle due associazioni che hanno reso possibile la traversata: padre Pietro Gandolfi, presidente di Stella Maris, e il capitano Carlo Cordone presidente ed esponente del comitato territoriale di Welfare della Gente di Mare. All'ombra della boa che segna il punto esatto in cui il relitto si è inabissato, i due giovani hanno quindi lanciato un mazzo di fiori e salutato i propri parenti ma anche gli altri due dispersi, Ustun Zeynel e Arslam Bayram. Una cerimonia commovente resa ancora più tragica dalla presa di coscienza che se impossibile è ormai trovare i naufraghi in vita, difficile resta anche riuscire a recuperare le loro spoglie: per questo, i due hanno deciso di lasciare l'Italia sebbene fino all'altro ieri fossero certi di rimanervi fino al ritrovamento delle salme. «Al termine - ha spiegato l'avvocato Mauro -, Harun e Sevket hanno voluto che inviassimo una richiesta al consolato turco perché per via diplomatica chieda al governo italiano di far riprendere le ricerche dei dispersi, vivi o morti». Del caso, sembra essersi addirittura interessato il presidente turco Erdogan. Ma oltre alla restituzione delle salme, i parenti delle vittime gridano giustizia. Si chiedono perché non sia stata la Lady Aziza a prestare per prima i soccorsi vista la vicinanza ai naufraghi. E per questo, i parenti delle vittime sarebbero già intenzionati a presentare una denuncia in tal senso per omissione di soccorso. Intanto, proseguono le indagini e riprenderanno a breve molto probabilmente anche le ricerche. Lunedì, la capitaneria di porto valuterà se le condizioni marine sono tali da permettere ai soccorritori di entrare nel relitto alla ricerca, in caso, dei quattro corpi che il mare non ha ancora voluto restituire.