Prelevata la scatola nera a bordo della Lady Aziza

Rimini

RAVENNA. Si chiama impianto Vdr, ed è per le navi quello che per gli aerei è la scatola nera. Un registratore di bordo che memorizza rotta, velocità, immagini del ponte e anche le registrazioni delle comunicazioni fatte via radio delle ultime dodici ore.

Una fonte di informazioni e prove con le quali la procura spera di poter ricostruire nei dettagli l’esatta dinamica dello scontro in mare avvenuto domenica tra i mercantili Lady Aziza e Gokbel. Una tragedia che al momento vede un bilancio di due vittime accertate e quattro dispersi. Tutti ufficiali e marinai di nazionalità turca a bordo della Gokbel che, dopo lo scontro, lunedì si è definitivamente inabissata. Anche la Gokbel è stata posta sotto sequestro, ma al momento è ancora difficile ipotizzare come e quando potrà essere visionata dagli inquirenti. Ieri, intanto, le indagini delegate alla Capitaneria di porto sono continuate con due sopralluoghi sulla Lady Aziza. Il primo, poco dopo le 13, è stato eseguito dagli uomini della polizia scientifica di Ravenna. Il secondo, poco dopo le 18, è stato invece svolto come accertamento tecnico irripetibile da un esperto della società Telemar. E’ stato lui a prendere in custodia l’impianto Vdr, garantendo sia alla procura che agli indagati la tutela di tutti i dati immagazzinati, che saranno poi copiati su supporti informatici.

Il Vdr deve registrare per legge almeno 12 ore in maniera sequenziale. Le informazioni vengono poi registrate su dischi di memoria come chiavi Usb. Gli inquirenti non disperano nemmeno di poter recuperare quelli della Gokbel visto che i dati vengono registrati e mantenuti all’interno di una capsula protetta e stagna di colore appariscente, montata all’esterno della nave (solitamente sui ponti più alti) e dotata di un dispositivo trasmittente di posizione adeguato per facilitare il suo ritrovamento in caso di affondamento della nave. Tuttavia, le navi come la Gokbel non sono obbligate per leggi ad avere la “scatola nera”.

Intanto sale a quattro il numero delle persone a cui è stato notificato l’avviso di garanzia: oltre al secondo ufficiale turco (unico sopravvissuto degli uomini in cabina di comando) la lista si completa con il comandante della Lady Aziza, il suo primo ufficiale e il secondo ufficiale, tutti di nazionalità siriana nonostante la Lady Aziza batta bandiera del Belize. Proprio l’unico ufficiale turco sopravvissuto, il 21enne Gencosman Sabuncu, (difeso dall’avvocato Aldo Guerrini), aveva raccontato agli inquirenti quei minuti drammatici a bordo della Gokbel. «Abbiamo cercato di contattare la Lady Aziza che ci veniva incontro a una velocità di almeno 4 nodi. Abbiamo suonato le sirene, ma non ci hanno risposto e nemmeno via radio».

Nessuna replica da parte della Lady Aziza, i cui membri dell’equipaggio sono ancora tutti a bordo della nave. «Inutile rilasciare dichiarazioni - fa sapere l’avvocato Damiano Vaudo - confidiamo che dall’esame della scatola nera possa essere chiarito tutto in tempi rapidi».

 

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