Mesi per la visita? La fai dal privato e paga l'Ausl

Rimini

 

RAVENNA. Visite ed esami, rivoluzione in sanità: Cup unico entro il prossimo anno. Per prenotare le prestazioni mediche, da Ravenna a Rimini, passando per Forlì e Cesena, si attingerà quindi a un’unica lista di attesa. Verranno comunque fatti salvi i cosiddetti “ambiti di garanzia”: vale a dire che, prenotando un esame dal proprio territorio di provenienza, per l’appuntamento in ambulatorio sarà privilegiato in lista il posto nel proprio distretto sanitario, ma si potrà scegliere - per aspettare di meno e “saltare” la fila - anche l’appuntamento in un ambulatorio più lontano all’interno della grande Ausl di Romagna. E ancora. Di fronte ad attese superiori al “dovuto” (30 giorni per le visite, 60 per la diagnostica), verranno offerti i “percorsi di garanzia”: ai pazienti verrà data la possibilità di fare - a spese dell’Ausl - la visita o l’esame in una struttura accreditata entro i tempi dovuti. Eccolo dunque il primo vero passo concreto verso l’unificazione dei servizi a quasi un anno dalla nascita dell’azienda sanitaria unica. Prima l’analisi e la continua «manutenzione ordinaria» delle liste d’attesa (per abbattere tempi e storture attraverso interventi «ordinari e straordinari»), poi «il primo passo verso l’omogeneizzazione del servizio» la cui prima tappa dovrebbe concludersi già entro il primo semestre del 2015, annuncia il direttore sanitario Gianbattista Spagnoli.

Liste di attesa più snelle. E’ puntando a questo obiettivo che l’Ausl si è dotata del programma aziendale di intervento straordinario per il contenimento dei tempi d’attesa delle prestazioni di specialistica ambulatoriale. Tre le direttrici sulle quali si muove per provare ad abbattere le liste: l’incremento dell’attività interna (andando a caccia di professionisti che siano disposti a garantire più turni di visite), l’acquisto di più prestazioni mediche dal privato, la formazione alla maggiore “appropriatezza prescrittiva” insegnando ai circa mille medici di base romagnoli a limitare le prescrizioni ridondanti e superflue. E poi, attenzione ai pazienti: a loro va insegnato ad avere rispetto della sanità locale e, quindi, a comunicare le eventuali disdette all’appuntamento, il cui tasso di abbandono per alcune prestazioni arriva anche al 18%.

Cercansi medici. Tra le misure straordinarie adottate per abbattere i tempi di attesa, c’è di certo quella di “allargare” i turni per Tac e risonanze magnetiche anche al sabato sera e alla domenica. «Lo abbiamo fatto per andare incontro alle esigenze di chi non poteva in settimana sottoporsi a certi tipi di prestazioni: da qui, l’apertura, laddove non si faceva già, anche nei fine settimana», spiega Spagnoli, ma al momento i costi per il mantenimento del servizio cambiano tra territorio e territorio a seconda del mezzo usato per garantire la reperibilità: o la visita all’interno della sanità pubblica, con medici di libera professione intramuraria pagati dall’Ausl, o comprando il servizio da strutture private. L’idea è quella di omogeneizzare i costi chiedendo ai dipendenti interni di garantire «più attività». «E’ chiaro, dipende dalla disponibilità del nostro interlocutore», mette le mani avanti il direttore sanitario.

Rimini e Forlì, le migliori. A Rimini sono più giovani e i medici fanno meno ricette, ai pazienti di Forlì e Cesena non piace “emigrare”, quelli di Ravenna son sempre dal medico. Sono tante le ragioni per le quali le liste d’attesa si gonfiano e sgonfiano tra un mese e l’altro. E ad ogni rilevazione vengono sottolineate criticità diverse (a parte alcune ormai croniche, come le visite endocrinologiche a Ravenna): l’ultima risale ad ottobre e dice che a Ravenna il 57% delle prestazioni erogate vanta un indice di performance superiore al 90%; a Cesena viene garantito entro i tempi giusti il 77% delle prestazioni; a Rimini e Forlì, ben 8 visite su 10 son fatte entro i tempi richiesti.

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