Intimidazioni all'amico, 17enne in manette

Rimini

RAVENNA. Indagato nell’ambito dell’inchiesta sul giro di pusher in erba dei carabinieri di Marina di Ravenna della primavera scorsa, dopo aver avuto accesso agli atti aveva appreso i nomi di chi lo accusava. In realtà erano diversi i giovani che avevano puntato il dito contro di lui, ma tra questi il 17enne arrestato nei giorni scorsi ne aveva preso di mira in particolare uno. Un 16enne che per un mese e mezzo è stato vittima di minacce e ritorsioni, che non hanno risparmiato nemmeno i suoi genitori.

 

Una vera e propria persecuzione che aveva gettato in uno stato d’ansia il ragazzo, che viveva nel terrore, temendo anche per la propria incolumità. D’altronde, pur senza essere troppo espliciti, i messaggi inviati dal 17enne erano inequivocabili. Intimidazioni lanciate sia in modo diretto tramite il web (attraverso i social network lo aveva avvisato in più occasioni di «stare attento a come ti muovi»), sia attraverso i suoi amici, ad alcuni dei quali aveva detto di fargli sapere che lo stava cercando, in qualche caso anche impugnando un taglierino per far capire che non stava scherzando. Nemmeno i familiari erano rimasti estranei alla rappresaglia vendicativa del giovane; ai genitori del ragazzo avrebbe infatti chiesto come “risarcimento” la somma di 1.500 euro, soldi che a suo dire sarebbero serviti a sostenere le spese legali che era stato costretto ad affrontare per difendersi dalle dichiarazioni fatte da loro figlio.

Una condotta che, sommata alle altre che gli sono state contestate, ha portato all’emissione nei confronti del 17enne di una misura cautelare da parte dal Tribunale dei minori. Il provvedimento è stato notificato al diretto interessato (assistito dall’avvocato Alessia Giazzoli di Bologna) nei giorni scorsi; venerdì mattina il ragazzo è stato sentito durante l’interrogatorio di garanzia.

Oltre che per minacce, estorsione e atti persecutori, l’adolescente - un ragazzo di buona famiglia, così come il coetaneo - deve rispondere anche di detenzione ai fini di spaccio di sostanze e usura. Il giovane era infatti finito al centro dell’indagine dei militari dell’Arma di Marina di Ravenna che aveva fatto luce su un ampio smercio di droga. Cessioni giornaliere di hashish e marijuana che avvenivano all’esterno degli istituti scolastici e in alcuni dei più frequentati bar del centro storico del capoluogo e che vedevano coinvolti dei minori. Sono stati 36 quelli denunciati nell’ambito dell’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Flavio Lazzarini (il doppio invece quelli segnalati come assuntori in Prefettura). Tra questi, anche il 17enne che avrebbe avuto un ruolo attivo, al pari del 16enne, il cui coinvolgimento nel meccanismo sarebbe però stato marginale.

Gli accertamenti dei carabinieri, supportati anche dai messaggi inviati tramite Whatsapp e Facebook, hanno inoltre rilevato che l’arrestato prestava somme di denaro. Finanziamenti elargiti per diversi motivi, ad esempio anche per effettuare scommesse sportive, salvo poi chiederne la restituzione dopo pochi giorni a tassi usurari. A fronte di 50 euro dati in prestito era arrivato a chiederne 140. (gi.ro.)

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