Dipendente della Cmc deve essere risarcito dopo attentato

Rimini

 

RAVENNA. Rimase gravemente ferito in un attentato di Al Qaeda mentre lavorava in un cantiere della Cmc, in Algeria, nel settembre del 2007. E proprio la Cmc è stata condannata a pagare un risarcimento da 200mila euro in favore di quel lavoratore che aveva citato il colosso delle costruzioni ravennate per danni, contestandogli il fatto di non aver fatto il possibile per non mettere i suoi dipendenti nella migliore condizione di sicurezza, così come imposto dal codice civile.

E’ questo l’esito della causa intentata di fronte al giudice del Lavoro Roberto Riverso da un lavoratore oggi 67enne che quel 21 settembre del 2007 rimase gravemente ferito a Lakhdaria.

In quella piccola città a 70 km a sud da Algeri un kamikaze si fece esplodere lanciandosi a bordo di una Mazda (imbottita con 250 chili di esplosivo) contro un convoglio che trasportava lavoratori italiani e francesi verso la diga in costruzione di Koudiat Acerdoune.

A proteggere il pulmino con gli operai europei a bordo c’era però un cordone di sicurezza formato dalla polizia locale.

Alla fine sei agenti rimasero feriti, oltre a due lavoratori francesi della Razel Bec e l’italiano all’epoca contrattato dalla Cmc con uno stipendio di circa 4mila euro al mese.

Purtroppo il lavoratore ebbe una convalescenza lunghissima e l’ultimo intervento chirurgico venne eseguito nel novembre del 2011.

In seguito a quello che era da definirsi un infortunio sul lavoro a tutti gli effetti l’Inail gli riconobbe un danno biologico da 61mila euro e un danno patrimoniale da 97mila euro. Quando la diga venne conclusa e il cantiere chiuso l’uomo venne poi licenziato dalla Cmc con il quale aveva firmato un contratto a tempo determinato. Eppure nei mesi scorsi il 67enne aveva citato lo stesso la cooperativa ravennate, chiedendo un risarcimento di 564mila euro, contestando agli ex datori di lavoro che poco prima nella stessa zona c’era stato un altro attentato analogo costato la vita a ben dieci persone. Nonostante tutto, secondo i legali del dipendente rimasto ferito, le misure di sicurezza non erano state rafforzate e comunque a loro giudizio non sarebbero state del tutto idonee a evitare ulteriori attacchi, che infatti avvennero poco dopo.

Il giudice Riverso dopo aver ascoltato i testimoni citati dalle parti ha concesso il risarcimento al lavoratore ritenendo però opportuno dimezzare l’importo.

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