Condannato per un pugno alla mandibola

Rimini

LUGO. Una rissa avvenuta sul campo di gioco di San Lorenzo di Lugo nel 2007 durante un match tra due squadre amatoriali di Fusignano e di Alfonsine si è tramutata in sentenza quest’anno. «Guardavo una partita amatoriale di calcio - dice un agente in borghese presente all’evento - e quando ho visto una zuffa, di cui peraltro non conoscevo i motivi reali, sono semplicemente intervenuto perché cessassero le forti incomprensioni fra due giocatori delle formazioni contrapposte e per evitare intervenissero bruscamente i loro compagni di squadra. I ricordi tuttavia sono molto flebili considerato il lungo lasso di tempo trascorso».

Il giudice di pace Francesco Cersosimo ha pronunciato una sentenza nei confronti di uno dei due amatori coinvolti nella lite, condannato per il reato di lesioni personali con l’aggravante dei futili motivi, perché durante la partita di calcio (militava nella squadra alfonsinese) colpiva a gioco fermo un giocatore della formazione fusignanese con un montante alla parte destra del volto, provocando al malcapitato lesioni personali giudicate guaribili in 10 giorni (trauma contusivo della mandibola e dell’articolazione temporo-mandibolare destra).

Il difensore dell’imputato aveva chiesto l’assoluzione perché il fatto non sussiste o non è stato commesso o, in subordine, perché la prova si è dimostrata insufficiente o incompleta.

La parte offesa in udienza ha detto: «Il mio avversario è venuto contro di me e mi ha colpito; successivamente c’è stata una rissa generale. Ero accasciato a terra e con il mio aggressore non avevo avuto particolari problemi, a parte i soliti spalla a spalla di un incontro. Poi sono stato colpito da una manata al volto quando meno me lo aspettavo. Tra l’altro ci stavamo dirigendo verso l’area di rigore e lui, improvvisamente, si è girato colpendomi. Il dolore era forte e mi sono recato al pronto soccorso».

Qui è stata attestata la lesione ricevuta e stilata una prognosi iniziale di 10 giorni.

All’origine della vicenda c’era stato un fallo di gioco, fischiato dall’arbitro. Il conseguente provvedimento ha scatenato il putiferio nel corso di una partita che pareva non destasse particolari problematiche. L’arbitro ad oggi non ricorda l’episodio perché «sono passati troppi anni; mi ricordo solamente che stavo facendo posizionare la barriera».

In ogni caso l’aggressore è stato ritenuto responsabile del reato contestato e il giudice ha ritenuto equo condannarlo alla pena di 1.000 euro di multa considerata la sua incensuratezza. Il tutto in attesa della mole della documentazione medica di atti di cui appare difficile la valutazione. Inoltre è stato condannato al risarcimento del danno nei confronti della costituita parte civile, oltre al pagamento delle spese di costituzione (1.500 euro) per compenso professionale e a un 15% per spese generali.

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