Capitale della cultura, conto alla rovescia
RAVENNA. Ravenna Capitale della Cultura, parte il conto alla rovescia e sale l’attesa alla città dopo l’ultimo atto formale: è stato infatti depositato ieri a Roma il dossier finale. A consegnare il documento è stato il sindaco Fabrizio Matteucci, accompagnato da Alberto Cassani e Nadia Carboni, rispettivamente coordinatore e project manager di Ravenna2019.
La delegazione ravennate era attesa ieri mattina alle 11,30 nella sede del ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (Mibact), che per conto del Governo gestisce la procedura di selezione della città italiana cui assegnare il titolo europeo.
Si conclude così un percorso cominciato nel 2007 che in sette anni ha portato a un centinaio di incontri ai quali hanno partecipato migliaia di cittadini in tutta la Romagna.
«Questo è un momento formale e sostanziale al tempo stesso - ha dichiarato ieri Matteucci - perché nelle 115 pagine che abbiamo preparato è racchiuso il lavoro corale di un territorio, un inedito sforzo comune per ridisegnare Ravenna e la Romagna nel prossimo il futuro: un patrimonio che comunque non potrà e non dovrà essere disperso. Lo abbiamo sempre detto e lo ripetiamo oggi: se vinciamo, cercheremo volentieri la collaborazione di ogni finalista che vorrà proseguire con noi il cammino, perché il titolo del 2019 è un’occasione straordinaria per l’Italia intera; allo stesso modo ribadiamo la nostra disponibilità a cooperare se sarà selezionata un’altra città».
In attesa della designazione della Capitale, prevista per il 17 ottobre, ora mancano solo due passaggi: la visita in città d’una rappresentanza della giuria internazionale (il 13 ottobre), e l’audizione al Mibact dello staff di Ravenna2019 che è prevista per lo stesso giorno del verdetto.
«Siamo soddisfatti del dossier e del lavoro svolto - ha commentato Cassani - perché crediamo di aver corrisposto efficacemente alle raccomandazioni della commissione giudicatrice. Prepariamo ora con impegno ed entusiasmo la visita della giuria e l’audizione finale».
Materialmente, il documento è un opuscolo di 115 pagine stampato in policromia, secondo le caratteristiche tipografiche prescritte dal regolamento (formato A4, Times New Roman 12, massimo 100 pagine, più due eventuali appendici di massimo altre 15 pagine): fitto di progetti, dati, immagini, suggestioni, è stato rivisto e integrato rispetto alla prima versione di un anno fa.