I daini attaccano i campi. Chiesto maxi risarcimento da mezzo milione di euro

Rimini

 

RAVENNA. I daini della pineta di Classe mangiano le sementi dei campi, e parte la causa alla Provincia: chiesto oltre mezzo milione di euro di danni. Una maxi richiesta che si aggiunge a quelle di altri agricoltori della zona che, però, a piazza Caduti, chiedono, in confronto, pochi spiccioli. Non si placa dunque l’emergenza ungulati nella pineta dopo che, l’anno scorso, la Provincia annunciò gli abbattimenti tra i 236 capi censiti. Superata l’opzione-fucili, ora l’ente pensa alla sterilizzazione, ma i soldi non ci sono e si aspetta “l’aiuto” dei finanziamenti europei.

L’anno scorso, la presenza massiccia degli animali, gli incidenti stradali provocati e poi ancora una volta le lamentele degli agricoltori dei cui campi le bestiole facevano banchetto imposero ai tecnici della Provincia una soluzione. E la Giunta pensò agli abbattimenti: le associazioni animaliste si sollevarono, e la soluzione venne messa in cantina, o comunque rinviata a primavera, ma non tanto per le proteste quanto per i costi preventivati. Selezionare e uccidere i daini costa caro, ma tanto costa anche sceglierli e trasferirli negli zoo di Ravenna e Fasano. Unica soluzione fattibile ? «La sterilizzazione – dice Antonio Venturi, dirigente del settore politiche agricole della Provincia -, ma anche quel progetto ha un costo che si cerca di attenuare: siamo in attesa di soldi che vengano da progetti europei». Eppure, costa anche mantenere la pineta popolata di daini che, secondo i consulenti ingaggiati dalla Provincia, sono tanti e si moltiplicano. «Ne è esempio la richiesta danni presentata da alcuni agricoltori che hanno i campi che lambiscono la pineta: uno di questi, con un’azienda molto grande, ha presentato risarcimenti per diverse centinaia di migliaia di euro», oltre il mezzo milione. Per danni non solo diretti, ma anche indiretti, in termini di immagine nei confronti dei clienti. E comunque, su ognuno dei campi al centro delle richieste di risarcimento, la Provincia ha già mandato i tecnici per i sopralluoghi. «Non sono poi mancati gli incidenti stradali - allarga le braccia Venturi -: per questo abbiamo cercato di dissuadere gli animali dagli attraversamenti dell’Adriatica con delle recinzioni, ma con semplici bandelle da cantieri edilizi. Per recinzioni più imponenti, il costo sarebbe molto più elevato». Per cercare una soluzione al problema, assicura Venturi, «abbiamo fatto un percorso concordato anche la prefettura, oltre che con le associazioni animaliste e lo zoo Safari – dice -: abbiamo insomma cercato di ragionare in maniera integrata, ma alle valutazioni di tipo tecnico dobbiamo aggiungere quelle di tipo economico».

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