Bisce in città, intervengono i pompieri

Rimini

FAENZA. E’ panico per le bisce. La scorsa notte una signora ne ha calpestato una uscendo di casa in centro storico ed è quasi svenuta dallo spavento. In un’altra zona qualcuno ha fotografato una muta cambiata in strada, poteva farne una borsa in pelle, invece l’ha postata sui social network e sono piovute segnalazioni di bisce ovunque. Risultano habitué di parchi e giardini, di cantieri, di qualche cantina, e perfino di abitazioni. In via Filanda Nuova una famiglia ha dovuto chiamare i vigili del fuoco. Sono arrivati, l’hanno trovata nascosta dietro un mobile, l’hanno presa con i guanti e messa in un sacco, portandosela via. La presenza di bisce a Faenza non è nuova, quest’anno però il fenomeno sembra accentuato, e si ipotizza la complicità del clima piovoso e umido, habitat ideale per i rettili. Saranno gli effetti della tropicalizzazione del clima: se a Brisighella stanno crescendo le banane (notizia di una settimana fa), la proliferazione di rettili sarebbe un’altra conseguenza. E il clima tropicale pare gradito pure ai roditori: ratti e pantegane soprattutto. Nutrie sono state avvistate vicine al fiume e lungo i canali appena in periferia. «Nel parco Tassinari le bisce ci sono sempre state - afferma un frequentatore -: non è difficile incontrarle». Uno dei luoghi preferiti sarebbero le cabine elettriche. C’è comunque chi le difende: «Lasciatele stare, mangiano i topi, sono utili all’ecosistema», afferma su Facebook un apparente ambientalista, subito contestato però da un’apprensiva signora: «Certo mangiano i topolini di campagna ma purtroppo non i topi che ho visto io». Nel mirino finisce la manutenzione del verde. E piovono anche qui segnalazioni di aiuole trascurate ed erbacce diffuse ed infestanti che, in mancanza di manutenzione tornano ad impossessarsi del territorio rubatogli dal cemento. «Sicuramente - rimarca un partecipante alla web discussione -, giardini privati o pubblici poco curati diventano un habitat favorevole alla fauna campagnola, siano essi insetti, rettili o piccoli mammiferi». Ma cosa fa il Comune? «Dal mio osservatorio - spiega l’assessore all’ambiente Roberto Savini -, non vedo tutta questa infestazione da rettili. Siamo una città in riva a un fiume e credo che qualche esemplare possa esserci. Mi sento comunque di tranquillizzare: non sono animali pericolosi. Di topi invece ce ne sono abbastanza, e quando abbiamo avuto segnalazioni è stato attivato il programma di derattizzazione. La situazione è di difficile monitoraggio, oltretutto gli equilibri degli animali sono strani: se mancano gli antagonisti può succedere che qualche specie prenda il sopravvento». In pratica, le regole della jungla valgono anche per una città. Per i topi servirebbero più gatti, mentre per le bisce, in mancanza di aquile e manguste, si potrebbe immettere qualche nostrano tacchino, loro ancestrale antagonista. In merito al clima complice: «Ci andrei piano: sulla carta sarebbe favorevole anche per le zanzare, invece ce ne sono pochissime», conclude l’assessore.

 

 

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