Nuovo colpo in gioielleria della banda del buco

Rimini

ALFONSINE. Dopo essersi creati un varco passando dal negozio attiguo, hanno atteso che il titolare - che si trovava in compagnia di un amico - aprisse la gioielleria. Non appena l’uomo ha disinserito l’allarme, sono usciti allo scoperto, aggredendoli entrambi, colpendoli a manate e col il calcio della pistola in testa. Prima di spintonarli in bagno i malviventi hanno anche intimato al titolare di aprire la cassaforte, ma l’uomo non aveva la chiave; quella l’aveva il figlio che sarebbe arrivato poco dopo. Ma i banditi avevano fretta e non potendo attendere oltre hanno arraffato un rolex d’acciaio credendolo d’oro, strappato la catenina che il commerciante aveva al collo e sottratto il portafogli contenente 1.800 euro, dileguandosi.

Un colpo fotocopia a quello messo a segno alla fine di giugno alla gioielleria Barbieri di Ravenna. Identico il modus operandi e identica la composizione del commando, tre uomini dall’accento campano, certamente aiutati da complici all’esterno. Un particolare che lascia presupporre la presenza in zona di una batteria di rapinatori. Professionisti che dopo aver tenuto d’occhio per settimane gli obiettivi e i movimenti dei titolari stanno ora raccogliendo i frutti di quegli appostamenti.

Troppe le analogie con l’episodio di via Romea per far pensare ad una casualità. Per i carabinieri del Reparto operativo che si occupano delle indagini e che sono intervenuti sul posto insieme ai colleghi della Scientifica e ai militari della stazione di Alfonsine, ad agire sarebbe stato lo stesso gruppo; e il timore è che altri colpi possano aggiungersi alla lista.

Ad essere presa di mira ieri mattina è stata la gioielleria Montanari e Felloni, situata all’incrocio tra le via Martiri della libertà e via Pasini. Dimostrando di conoscere molto bene la disposizione dei locali, i malviventi hanno forzato la serranda del negozio attiguo a quello di preziosi, sfitto da tempo, e una volta all’interno si sono recati nell’antibagno che confina con la toilette della gioielleria, smantellando parte della parete. Dopo essere passati attraverso il buco del muro (un varco che potrebbe comunque essere già stato creato in precedenza) hanno atteso fino a mattino. Quando il titolare all’apertura ha staccato l’allarme, i tre, armati con una pistola giocattolo e a volto coperto, hanno colto di sorpresa il gioielliere e l’amico che si trovava con lui, aggredendoli. Volevano a tutti costi che il commerciante aprisse la cassaforte, ma il 67enne ne era sprovvisto. A quel punto, hanno spintonato i due nella toilette intimando loro di non muoversi fino a quando non si sarebbero allontanati e, dopo aver tagliato con un cutter il giubbotto del negoziante per impossessarsi del portafoglio, avergli sottratto la catenina che aveva al collo e aver prelevato un orologio, sono scappati. A differenza della rapina milionaria di fine giugno, questa volta i banditi si sono dovuti accontentare di un bottino molto più esiguo; l’esatto ammontare deve essere ancora quantificato ma dovrebbe essere limitato a poche migliaia di euro. Una volta all’esterno i malviventi si sono tolti la calzamaglia per non dare nell’occhio. Sapevano che nella zona, così come all’interno della gioielleria, non c’erano telecamere. Ma mentre salivano a bordo di una utilitaria, poi ritrovata abbandonata poco distante, sono stati visti da una delle palazzine della zona. Ad allertare le forze dell’ordine è stato lo stesso gioielliere che ha fatto scattare l’allarme del negozio, chiamando nel frattempo il 118 per far soccorrere l’amico che, in seguito allo spavento, si era sentito male perdendo i sensi.

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