Il pirata dal carcere rompe il silenzio

Rimini

RAVENNA. Krasimir Dimitrov, il bulgaro 37enne accusato di essere scappato dopo aver investito e ucciso il piccolo Gionatan Lasorsa, ha chiesto tramite il suo avvocato di poter fissare un nuovo interrogatorio con il pm Isabella Cavallari.

Una decisione non da poco perché Dimitrov - nel corso dell’interrogatorio di convalida dell’arresto - si era avvalso della facoltà di non rispondere ritenendo di non dover aggiungere nulla a quanto dichiarato agli inquirenti il giorno del suo fermo.

E’ per questo che la richiesta di ieri lascia pensare a un probabile cambio di strategia difensiva che finora era stata improntata alla negazione assoluta di ogni accusa. L’arrestato ha infatti sempre detto di non aver nulla a che fare con l’incidente e di trovarsi a Cervia nel momento della tragedia. Versione che, però, non ha mai trovato riscontri.

Ma dopo quasi due settimane di carcere (Dimitrov è stato anche trasferito per ragioni di sicurezza a Forlì) e dopo un’attenta analisi del materiale indiziario raccolto contro di lui dalla pubblica accusa, è probabile che possa essersi aperta qualche breccia in un atteggiamento che sembrava irremovibile.

Nel frattempo prosegue l’attività investigativa. Questa mattina la procura incaricherà l’ingegnere Giovanni Saponaro di eseguire una consulenza cinematica in grado di ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente e stabilire anche la velocità con la quale viaggiava la Mercedes Clk grigia che ha investito il bambino di 3 anni di fronte alla sua abitazione di via Romea Sud a Ponte Nuovo.

Si attendono invece gli esiti degli esami svolti dalla Scientifica sulla Mercedes sequestrata al bulgaro.

I prelievi - cominciati ieri - si sono concentrati sulla parte anteriore della Mercedes, in particolare sulla cosiddetta “mascherina” della Clk.

La decisione del pubblico ministero Isabella Cavallari è stata presa alla luce dei risultati dell’autopsia che hanno fatto emergere un contatto proprio con la “stella” della Mercedes.

Secondo il medico anatomopatologo è infatti probabile che il piccolo Gionatan non sia stato trascinato sotto la vettura, ma sia stato “caricato” sul cofano e poi sia successivamente caduto a terra quando la vettura ha leggermente rallentato prima di ripartire a folle velocità per far perdere le proprie tracce.

E questo è anche il motivo per cui sta leggermente calando l’attesa nei confronti degli esiti dell’esame del Dna, eseguito su alcuni capelli ritrovati dalla Scientifica sotto la Mercedes. Auto che - va ricordato - è stata accuratamente lavata dopo l’incidente mortale. (c.d.)

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