Fu investita dove è morto Alessio, la bimba di 9 anni esce dall'ospedale dopo dieci mesi

Rimini

 

RAVENNA. Almeda torna a casa. Dopo dieci mesi di ricovero, la bimba di appena nove anni che, a luglio scorso, venne travolta esattamente dove è stato investito la settimana scorsa il piccolo Alessio Lunardini mentre andava a scuola, morto dopo cinque giorni di agonia, potrà almeno per poco lasciare l’ospedale. Non si tratterà di una vera e propria dimissione, ma solo di brevi momenti domestici che, secondo gli specialisti, dovrebbero agevolare il suo percorso di recupero. D’altronde, le sue condizioni sono ancora molto critiche: si alimenta da sola da pochi giorni, ma a dissetarla è ancora una sonda attaccata direttamente allo stomaco. Non cammina, e ha ripreso da poco la parola ma non sempre con cognizione. Alla famiglia Darvishi, l’abitazione è stata messa a disposizione da Acer in tempi record: le chiavi di casa sono state consegnate al padre della bimba, Miri, proprio giovedì sera in Comune alla presenza del sindaco Fabrizio Matteucci, e proprio poco prima che, dall’altra parte della città, partisse la fiaccolata dedicata ad Alessio, appena 12enne. Al corteo, ha partecipato anche il padre di Almeda.

Una casa per Almeda. Alla cerimonia di consegna delle chiavi erano presenti la presidente di Acer, Emanuela Giangrandi, l’assessore alle politiche sociali Giovanna Piaia, e i rappresentanti del gruppo Facebook “Sei di Ravenna se..” che, a Miri, hanno consegnato anche i 1.800 euro ricavati con l’ultimo flash mob dedicato alla piccola Almeda. Tra i regali per la piccina, anche un ciclo completo di terapia riabilitativa equestre per il recupero funzionale delle attività psico-fisiche offerta dalla Scuderia del Borgo, il centro ippoterapico presieduto da Cristiana Ravaioli. Tanta l’emozione: il padre di Almeda, immigrato albanese di 49 anni, ha ringraziato la città e il sindaco per la vicinanza espressa negli ultimi mesi, pur col pensiero rivolto al piccolo Alessio nel giorno dei suoi funerali.

Le sue condizioni di salute. Casa o no, sarà ancora lungo il percorso di recupero della piccola Almeda. Gambe e braccia sono ancora in parte immobili «anche se i riabilitatori sono riusciti a metterla in piedi per le prime prove motorie - spiega direttamente il padre Miri -. Da poco tempo mangia da sola, ma non ha ancora la forza di bere. A sorpresa, visto il tipo di danni cerebrali patiti, ha cominciato anche a pronunciare qualche parola ma non sempre riesce a riconoscerci. A volte mi chiama papà Miri, altre Peppa Pig. Un macchinario regola il suo flusso di liquidi al cervello. Ha già superato tre o quattro interventi e il futuro ci sembra difficile. Ma gli amici, i vicini di casa, i genitori dei suoi compagni di scuola ci danno coraggio continuamente. Combattiamo».

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