Botte alla moglie e minacce al figlioletto

Rimini

RAVENNA. Anni di angherie, offese, minacce e anche aggressioni fisiche, compresi un rapporto sessuale richiesto dall’ex marito a cui acconsentì «senza che io partecipassi» temendo la sua reazione e palpeggiamenti nelle parti intime con allusioni su presunte relazioni extraconiugali. Accuse per le quali l’uomo - assistito dagli avvocati Giuseppina Santomanco e Lolita Maria Buonfiglio Tanzarella del foro di Brindisi - è a processo per maltrattamenti in famiglia, lesioni e violenza sessuale.

Un calvario raccontato ieri in aula dalla donna che, davanti al collegio (composto dal presidente Milena Zavatti; a latere i giudici Agnese Cicchetti e Beatrice Bernabei), ha ripercorso la storia d’amore e botte che spesso, stando a quanto dichiarato, avvenivano anche davanti agli occhi del figlioletto della coppia, un bambino di pochi anni. La relazione tra i due - una 38enne e un 41enne, entrambi originari della Puglia - prende il via quando erano poco più che adolescenti, 14 anni lei, 17 lui. Nonostante alcuni atteggiamenti violenti dell’uomo, che a dire della donna si sarebbero manifestati anche all’epoca in cui erano fidanzati, nel 2003 i due si sposano. Nel 2007 nasce il figlio, ma a detta della 38enne la paternità non cambia l’irascibilità del marito che spesso scatta per motivi banali, strattonandola e offendendola. Nel 2008 finisce anche all’ospedale ma, racconta, «non dissi la verità ma che mi ero ferita sbattendo contro una porta e non che mi aveva preso a ceffoni col bimbo a letto dopo una lite perché mia nonna mi aveva chiesto un passaggio per tornare a casa». La miccia poteva essere un sacchetto della spazzatura chiuso male o una semplice contraddizione. Ad acuire i rapporti già tesi fu poi il tradimento della donna che nel 2010 si avvicinò sentimentalmente al marito della sorella; la coppia era in crisi e lei fu coinvolta nel tentativo di appianare i dissapori, ma la cosa prese un’altra piega. Nel 2010 fu lui ad accompagnarla insieme al marito (ignaro all’epoca della relazione clandestina tra i due) nel Ravennate dove lei si trasferì per lavoro con il figlio. Ma ogni visita dell’uomo per vedere il bambino e ogni incontro familiare per le festività natalizie e pasquali si trasformava in un incubo, con il marito, ora ex, che «in più occasioni mi mise le mani al collo, minacciandomi anche di morte». Un clima di tensione che ha avuto risvolti anche nel rapporto col figlio «aggressivo sia con i compagni a scuola che nei miei confronti» prima di trovare la forza, nella primavera scorsa, di sporgere per la prima volta denuncia. La donna, tutelata dall’avvocato Manuela Liverani di Ravenna (l’avvocato Paola Brighi segue invece come parte civile il figlioletto della coppia), si è anche rivolta a Linea Rosa. Nuova udienza a luglio.

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