Processione di ragazzi in questura

Rimini

RAVENNA. Il fronte delle indagini sulle possibili vittime di don Desio si amplia ben oltre gli altri tre rapporti sospetti con altrettanti giovani su cui si sono concentrati per ora gli investigatori. In questi giorni infatti gli inquirenti stanno sentendo diversi adolescenti che negli anni hanno avuto frequentazioni più o meno assidue col parroco di Casal Borsetti finito in manette sabato scorso con la pensate accusa di atti sessuali su minori e adescamento.

Una processione di ragazzi e genitori da cui sarebbero emersi nuovi particolari inquietanti, frutto di ammissioni, confidenze, testimonianze, dubbi, che andrebbero a sommarsi e a supportare gli elementi già raccolti nell’ambito dell’inchiesta condotta dagli uomini della seconda sezione della Squadra mobile con il coordinamento del sostituto procuratore Isabella Cavallari.

Si scava infatti non solo tra chi gravitava di recente attorno alla canonica retta dal parroco, ma anche tra chi lo ha fatto in passato. Sotto la lente ci sono in pratica intere generazioni dei “ragazzi del don”.

Dai colloqui trapelano episodi agghiaccianti come quello di un adolescente che, col pretesto su come affrontare un problema personale, sarebbe stato vittima di attenzioni ai limiti (per non dire oltre) del reato. Emergono poi storie di sbalzi umorali, di cambiamenti repentini di comportamento che più di un giovane avrebbe manifestato. E si ripropongono particolari sugli atteggiamenti ambigui tenuti anche in pubblico dal sacerdote e dei regali costosi elargiti da quest’ultimo ai ragazzi fino alle playstation che - racconta qualcuno - sarebbero state viste sui letti delle varie stanze degli ospiti da chi è andato a trovarlo dopo l’incidente col suv di febbraio (quando, ubriaco, finì nel porto canale del paese). Aspetti e particolari che ora appaiono sotto una luce diversa, non più solo come mere illazioni.

Una mole di audizioni che cresce di giorno in giorno, che crea imbarazzo e turbamento perché tocca la sfera intima dei ragazzi e per i risvolti familiari conseguenti, a maggior ragione considerando che alcune delle vittime o supposte tali hanno o avevano alle spalle situazioni delicate. Una vicenda che per giunta non coinvolge solo giovani del paese; alcuni dei ragazzi che gli inquirenti sono intenzionati ad ascoltare, infatti, risiedono da tempo fuori provincia, in alcuni casi anche fuori regione. Storie diverse eppure per certi versi simili, almeno per le modalità di approccio e relazionali che “don John” aveva con loro, alternando il ruolo di confessore ed educatore a quello di confidente e amico. Varcando più di un confine.

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