Le vite spezzate di Mbagny e Fallou, i giovani migranti residenti nel Ravennate dediti a lavoro e volontariato

Rimini

RAVENNA. Hanno perso entrambi la vita in maniera tremenda, distanti dalla casa che ormai da decenni era loro, la provincia di Ravenna. Ma tanto più lontani dalla terra che aveva dato loro i natali: il Senegal. Erano su un autocarro che li avrebbe riportati in famiglia, dopo una giornata di lavoro per una ditta di disinfestazioni. Una mansione dura e impegnativa. Lo schianto violentissimo con il tir che li precedeva li ha condannati a un destino terribile: M.G., italiano alla guida, è ora fuori pericolo all’ospedale Maggiore di Parma e la sua prognosi è di 30 giorni. I due senegalesi, invece, sono morti carbonizzati.

Raggiungiamo Abib Diop, padre di Fallou, la più giovane delle due vittime. Aveva 28 anni e viveva a Russi, assieme al padre, alla madre e al fratello. Ieri Abib è stato a riconoscere i resti di Fallou, che ricorda come «un ragazzo che amava la vita, pronto ad aiutare chi avesse bisogno, il figlio che un padre spera di avere».

Era appassionato di calcio e amava cantare. Da musulmano e “Murid” esercitava questo suo talento nelle cerimonie religiose.

Mbagny Ndao viveva invece a Ravenna, sin dalla fine degli anni ’90. Aveva vissuto in via Dradi, poi con la moglie Marcella, che con Mbagny condivide l’attivismo in associazioni di volontariato, si era trasferito nella zona di via Trieste. «Una grossissima perdita – lo ricorda Babacar Pouye, già consigliere aggiunto del Comune di Ravenna, amico di sempre -. Eravamo legatissimi, mio figlio lo chiamava zio. Aveva solo 43 anni e un sacco di progetti per la testa, anche per la sua città e la sua comunità. Ha lavorato tutta la vita, da quando lo conosco, anche accettando turni molto duri. Sin da quando si era trasferito qui, provenendo da un quartiere popolare di Dakar».

Anche l’associazione As.Ra, associazione senegalese di Ravenna, li ricorda entrambi in una nota: «La Comunità Senegalese é dolorosamente colpita dalla scomparsa tragica di due bravissimi ragazzi. Nella sofferenza di questi giorni ci stringiamo al dolore delle due famiglie. Sia loro lieve la terra». Ed infine Charles Tchameni Tchienga, presidente dell’associazione Il terzo Mondo, nell’esprimere le condoglianze alla stessa As.Ra, alle famiglie e alla comunità senegalese saluta «Fallou e Mbagny, lasceranno in ognuno di noi un vuoto che non sarà mai colmato». (an.ta.)

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