Soldi spariti dai conti dei correntisti: condannata direttrice delle Poste di Milano Marittima

Le indagini
In tutto sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti erano finite quasi 100 operazioni tra prelievi con bancomat e versamenti fatti falsificando anche le firme dei correntisti. Un piano che aveva portato all’arresto della funzionaria, difesa dagli avvocati Francesco Manetti e Giovanni Scudellari, con l’accusa di peculato, appropriazione indebita e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale.
Per delineare l’esatto ammontare degli ammanchi era stata disposta una perizia. Le parti offese avevano lamentato quasi 500mila euro sottratti, mentre il perito ne aveva rintracciati circa 100mila. A questi si aggiungevano entrate in contanti e assegni nel conto personale dell’imputata e in quello del figlio per 356mila euro e uscite per 154mila euro. La posizione di quest’ultimo - anche lui indagato - fu poi archiviata in quanto venne accertato che era stata la madre a movimentare le somme transitate dal suo conto corrente in quanto titolare di delega.
Prescritti alcuni reati
Nel corso del processo i difensori della donna avevano chiesto la modifica del capo di imputazione da peculato in appropriazione indebita (riqualificazione che la pubblica accusa aveva avanzato in aula due anni fa in occasione dell’ultima udienza quando venne chiesta una pena a sei anni). Si spiega così anche la prescrizione scattata per alcune delle contestazioni.
Ieri in coda alla sentenza i giudici hanno anche interdetto l’ex funzionaria ai pubblici uffici.