Accusa insegnante di lesioni, studentessa indagata per calunnia
I fatti
La vicenda giudiziaria nasce il 2 ottobre del 2014. Durante una lezione in una classe quarta l’atmosfera si fa tesa non appena una studentessa inizia a protestare lamentando la difficoltà di un esercizio. I toni si accendono al punto da spingere il prof a scrivere una nota nel registro nei confronti dell’alunna, la quale reagisce tirando fuori il telefonino, proibito in classe. Il docente le intima di consegnarlo, e al rifiuto si avvicina alla ragazza. È a questo punto che le versioni divergono: per la giovane il prof le avrebbe torto il polso destro prendendolo con una mano e facendo leva con l’altra nel gomito. Per il docente, invece, nessun contatto. A scuola arrivano i carabinieri, chiamati da entrambe le parti. E la denuncia della giovane - all’epoca maggiorenne da pochi mesi - spinge la procura ad aprire un fascicolo a carico del professore.
Scagionato dagli alunni
Durante le indagini seguite nei mesi successivi i militari hanno sentito i compagni di classe presenti quel giorno. Sono stati loro a dichiarare che tra il docente e la studentessa non c’era stato alcun contatto, anzi, era stata la giovane a sbattere la mano contro la porta dell’aula. Così, il 30 dicembre scorso, al termine delle indagini preliminari il pm Angela Scorza ha chiesto l’archiviazione. Richiesta sulla quale la difesa della giovane ha presentato ricorso, dichiarato poi inammissibile anche alla luce della memoria difensiva presentata dal legale del professore, l’avvocato Christian Biserni.
L’accusa di calunnia
Ma la parola “fine” per il professore è arrivata nei giorni scorsi con il decreto di archiviazione vergato dal gip. Parallelamente sono stati ritrasmessi gli atti alla procura, ribaltando i ruoli. Per l’ormai ex alunna è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio per calunnia. Dovrà giustificare il perché di quelle accuse argomentate all’epoca con tanto di referto medico.