Genitori e insegnanti di sostegno fanno “irruzione” in Comune

Rimini

RAVENNA. Il punto di ritrovo era alle 16 sotto Palazzo Merlato per poi salire in gruppo e farsi notare con magliette, qualche bandiera e un fischietto usato col contagocce. Ci sono riusciti. Tanto che ieri, a consiglio comunale in corso, sindaco e assessore all’Istruzione sono usciti dalla sala del Consiglio per parlare con genitori ed educatori (circa una trentina) preoccupati per la gara d’appalto per l’integrazione scolastica dei disabili. Un nuovo appalto che - lamentano - rischia di mandare in fumo il rapporto di fiducia costruito tra educatori e ragazzi.

Un’ora e mezzo di confronto

A infiammare il confronto è stato il bando che decorrerà dal prossimo settembre per una durata di due anni estendibili a quattro. Gara che arriva dopo due anni di servizio e che avrà come basa d’asta 16,5 milioni, per la gestione di un’ottantina di operatori che in questi anni hanno seguito alunni disabili nelle scuole statali e comunali, nei centri ricreativi estivi e nel pre e post scuola.

Tra i punti del bando, contestati dal sindacato generale di base c’è proprio la base d’asta, che fissa 21,43 euro per ogni ora frontale svolta dagli educatori. Tariffa «di poco superiore a quella prevista dalla tabella ministeriale», che «ancor prima delle offerte al ribasso», paventa già il rischio di attività extra non remunerate, come la stesura del piano educativo, incontri e riunioni varie.

Poi l’organizzazione del servizio, che secondo i manifestanti, consente all’appaltatore di gestire i servizi educativi per pacchetti di ore “anche non consecutive”, con il rischio di non raggiungere il monte orario mensile previsto contrattualmente. Il fatto che il capitolato della gara preveda per il sostegno nei centri ricreativi estivi «meno di un quinto delle ore mensili» rispetto al resto dell’anno, alimenta la preoccupazione «che non sia garantita la piena occupazione per l’intero anno solare».

«Chiediamo continuità»

Ma oltre alle clausole contrattuali (i 160 educatori coinvolti lamentano anche il fatto che il Comune declini ogni responsabilità rispetto al riassorbimento del personale attualmente impiegato, previsto dal bando), vengono poi le preoccupazioni dei genitori. Parenti che hanno paura di fare passi indietro, perdendo quel delicato e a volte difficile rapporto costruito nel tempo tra i figli disabili e gli educatori delle due coop attualmente in funzione, Il Cerchio e Progetto Crescita.

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