Cuccioli di razza venduti online e spacciati al casello: il caso in tribunale

Rimini

RAVENNA. L’annuncio su “Subito.it”, portale tra i principali utilizzati in Italia per promuovere vendite e offerte online, pubblicizzava alcuni esemplari di Maltese Toy a un prezzo d’occasione: 400 euro per una razza che sul mercato solitamente non scende al di sotto dei 700. Il punto di scambio sarebbe stato all’uscita dell’autostrada, al casello di Faenza.

Almeno due gli affari andati in porto, almeno finché quei cuccioli non hanno manifestato evidenti problemi di salute che hanno insospettito i proprietari. Così è finito nei guai un rumeno all’epoca dei fatti domiciliato nella città manfreda.

Le accuse nei suoi confronti sono di frode in commercio, ricettazione e traffico illecito di animali, con l’aggravante dell’età inferiore alle 12 settimane. E hanno portato al processo davanti al giudice Tommaso Paone del tribunale di Ravenna. L’imputato, attualmente irrintracciabile e, secondo voci, trasferitosi in Germania per lavoro è tutelato dall’avvocato Alessandra Giovannini.

La vendita al casello dell’A14

Due le vendite contestate, tra novembre 2015 e gennaio 2016. Al tempo l’uomo era domiciliato a Faenza, ospite di altri connazionali in un appartamento all’interno di un residence.

A raccontare lo scambio è stato un‘acquirente, tra i testi dell’accusa. Dopo aver preso contatti tramite il sito di annunci l’appuntamento era stato fissato all’uscita dell’autostrada di Faenza. Una volta saldato il conto la nuova proprietaria era andata a casa con il cucciolo, che di lì a poco aveva iniziato a manifestare alcuni problemi di salute, oltre a mostrare evidenti segni di malnutrizione. I sospetti erano saliti quando, ricontrollando l’annuncio sul sito a distanza di una settimana, la proprietaria aveva notato che la data di nascita era stata modificata. Quando poi facendo visitare il cagnolino ha appurato che era privo di microchip è scattata la denuncia.

In casa documenti canini falsi

I controlli da parte della Forestale nell’abitazione dello straniero avevano portato al sequestro di banconote, passaporti canini contraffatti, con evidenti scritte riportate in maniera errata e il timbro del vaccino “Novartis” palesemente falso.

In aula il procuratore onorario Katia Ravaioli ha voluto sentire anche uno dei veterinari che all’epoca visitò i cuccioli, per fare luce sul sospetto di un presunto allontanamento dalla madre entro le 12 settimane di vita, limite minimo per procedere con la vendita ed evitare il rischio malattie. Si è invece fatta strada la possibilità che gli animali avessero contratto germi perché tenuti per un certo periodo in ambienti ristretti e a stretto contatto con altri animali infetti.

«Vendimi questi cani»

Emerge però il nome di un’altra persona che sarebbe stata dietro al traffico illegale di animali. E su questo si basa la tesi difensiva che cerca di capire se - come riferito dall’imputato all’epoca dell’accertamento - sia stato in realtà il padrone di casa ad aver chiesto all’ospite di consegnare i due cani al posto suo. Nome ricordato tra l’altro da alcuni testi, ma sul quale non si hanno per ora altre informazioni utili a identificarlo.

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