Tentata violenza alla ex: condannato a 2 anni

Rimini

RAVENNA. Secondo la versione di lei, esattamente tre anni fa, lui la baciò nonostante fosse intenzionata a lasciarlo, cercando un rapporto sessuale; e di fronte al rifiuto, il ragazzo avrebbe perso il controllo aggredendola. Secondo quella di lui, invece, quella notte di inizio gennaio del 2015 era andato da lei per non lasciarla sola nonostante i rapporti burrascosi tra loro e nonostante per due volte gli avesse fatto credere di essere incinta e di aver poi perso il bambino; ma mentre erano a letto, la ragazza avrebbe visto una pubblicità di un prodotto per l’infanzia, episodio che avrebbe innescato l’ennesima sceneggiata culminata con la giovane che sarebbe corsa in cucina a prendere un coltello costringendolo a difendersi.

Il contesto

Una storia controversa in cui, come evidenziato dal sostituto procuratore Daniele Barberini, «probabilmente la verità sta nel mezzo». Ma nella difficile ricerca di «elementi obiettivi della situazione» all’interno di un rapporto sentimentale piuttosto «travagliato», il pubblico ministero ha però ritenuto più credibile il racconto della ragazza. Convinzione basata non tanto e non solo sulle parole di lei o delle amiche (per una delle quali, che ha parlato di condizionamento della sua testimonianza contro l’imputato, è stata chiesta la trasmissione degli atti alla Procura), ma soprattutto su uno dei pochi punti fermi della storia, ovvero il luogo in cui è scoppiato il caos quella notte, la casa della giovane.

Per Barberini l’imputato, di professione organizzatore di eventi, non avrebbe avuto ragione di andare in quell’abitazione se, come raccontato dal ragazzo ieri in aula, lei in ben due occasioni le aveva fatto credere falsamente di attendere un figlio da lui e l’aveva sfinito con i suoi continui sbalzi umorali. E poco credibile ad avviso del sostituto procuratore appare la giustificazione addotta, cioè di averlo fatto «per pietà».

Buon samaritano succube di una ragazza emotivamente instabile (e per la quale come raccontato in aula dall’imputato non provava neppure attrazione sessuale) o carnefice e responsabile della tentata violenza sessuale nei confronti della ex da cui era in rotta? Il collegio presieduto dal giudice Beatrice Bernabei (a latere Federica Lipovscek e Beatrice Marini) ha ritenuto colpevole il ragazzo (assistito dall’avvocato Riccardo Rubboli) condannandolo a 2 anni; l’accusa aveva invece chiesto un anno in più. Disposta inoltre una provvisionale di 5mila euro a favore della vittima, costituitasi parte civile tramite l’avvocato Michele Dell’Edera.

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