Comparto ex Cisa: nuovi insediamenti. Bonifica e viabilità rivoluzionata

Aree vendita e viabilità
Il progetto si sviluppa su un’area di circa 2.500 mq (lordi), divisa in due stralci. Attualmente è approvato il primo, riferito alla realizzazione del nuovo Lidl che potrebbe essere completato già nel 2018, con una superficie di vendita di 1.300 mq, parcheggi per 120 posti e due ingressi, quello principale su via Oberdan e uno secondario in via Zara.
«In tale prospettiva – ha riferito Luccaroni – sono previste modifiche alla viabilità: da via Oberdan si potrà entrare e uscire solo alla propria mano, cioè arrivando da Imola e uscendo verso la rotonda di via Vittorio Veneto». In pratica non si potrà mai svoltare a sinistra. Via Zara sarà una sorta di via di fuga, utilizzabile principalmente da chi conosce la zona. Il parcheggio sorgerà sul fronte di via Oberdan. Uno studio ha definito un aumento nelle ore di punta di quattro secondi di attesa alla rotonda 1° Maggio. Gli interventi sono oggetto di negoziazione con i residenti. Il secondo stralcio, da realizzarsi in una fase successiva, andrà a completare il comparto con insediamenti di tipo non alimentare. La vicinanza alle zone sportive ne fanno una buona location.
La bonifica
«L’intervento di bonifica – ha spiegato Antonio Bandini – è partito oltre dieci anni fa, quando Ingersoll Rand prelevò la Cisa e autodenunciò la situazione nel sottosuolo dovuto ai processi di lavorazione della fabbrica negli anni precedenti. L’inquinamento è nelle falde acquifere, a una profondità di oltre 25 metri, causato dal tricloro etilico (trielina), il suolo è sano, certificato da Arpa. Anche per l’acqua non vi è pericolo per la salute (certificato Ausl) ma occorre un risanamento come previsto dai protocolli sulle riconversioni di aree industriali. La bonifica delle falde non pregiudica l’avanzamento dei lavori in superficie e nemmeno l'attività commerciale».
I batteri
La tecnologia impiegata è modernissima: sono stati perforati pozzi (ma è utilizzata anche la rete idrica esistente) in cui vengono iniettati batteri organici che stimolano la degradazione naturale dell’oggetto inquinate. I costi dell’operazione sono a carico di Cisa. Il processo ha subìto un’intensificazione con l’avvio del progetto (Lidl) ma servirebbero almeno altri due anni per terminarlo. Inoltre tutto il materiale di demolizione resta sul posto “tritovagliato” reso cioè inerme e puro, da riutilizzare per riempimenti e stratificazioni, vale a dire ad impatto zero sull’ambiente. Anche il nuovo edificio sarà sottoposto alle rigide normative ecocompatibili e di risparmio energetico. La trielina della Cisa non è però l’unico inquinate delle falde faentine: altri elementi e altre fonti sono infatti attualmente oggetto di uno studio specifico portato avanti dall’Università di Bologna che dovrebbe portare a positivi risvolti.