Bagno di folla per il ritorno di Errani: «Costruiamo la nuova casa della sinistra»
Vasco gioca in casa
Il primo applauso della folla è per Errani che conferma un legame speciale con questo territorio e manda un segnale preciso al suo ex partito in vista delle politiche, dove si prevede uno scontro con Franceschini nello stesso collegio elettorale. «La politica si fa per passione non per qualcosa», dice Errani che, poco dopo, lancia il primo affondo a Renzi e al settore più ostile del Pd. «Basta personalismi, basta rottamazioni, chiudiamo quel libro, andiamo ai contenuti. Noi vogliamo stare con chi vuole cambiare questa politica. Ricostruiamo la casa della sinistra e partiamo dalle fondamenta. Mi chiedete se sono alternativo al Pd? Io so solo di essere alternativo a chi lavora per allargare le diseguaglianze. Questo sì. E sono affezionato ai valori dell’ulivo. Il mondo è cambiato, ma l’esperienza dell’Ulivo ci ha insegnato che senza valori non si fa politica». E aggiunge: «Non ci interessa un partito al 3%, la nostra funzione è fare da innesco al cambiamento». Pisapia allarga gli orizzonti della sfida: «I nostri avversari sono le destre. Dobbiamo avere la capacità di capire che gli avversarsi sono quelli e riconquistare la fiducia dei grillini delusi e dei giovani». A ruota libera anche Bersani: «Non voglio una cosa rossa, ma nessuno pensi di sotterrare il rosso».
D’Alema una risorsa
Quando il nome dell’ex leader maximo viene evocato in sala, i brusii si alternano a timidi applausi in un clima poco decifrabile della base.
«Con lui ho discusso tante volte - taglia corto Errani – Ma rivendico la mia origine dalemiana e al di la di tutto una cosa deve essere chiara a tutti: D’Alema è una risorsa non un problema». E a riguardo aggiunge: «Un leader politico non è quello che insegue gli umori, ma guarda avanti. Non ci faremo mai mettere all’angolo dei rancorosi. E vorrei che fosse evidente che stiamo costruendo qualcosa che unisce».
«La necessità di una sintesi»
«Io sono certo che troveremo una sintesi - aggiunge Errani – Noi abbiamo il dovere di rappresentare quelli che hanno sofferto tanto. Sia quelli che come noi hanno lasciato il Pd a febbraio, sia quelli che lo hanno lasciato prima. E questo compito di trovare una sintesi spetta a noi. Giuliano è il nostro leader, ma non avrà deleghe in bianco». Parole che non sembrano piacere troppo all’ex sindaco di Milano che chiude la serata con una battuta un po’ amara: « Mi pare di capire che il leader sei tu».