Banditi in fuga dopo la spaccata: folle inseguimento in zona Darsena
L’ultimo colpo risale all’1.50 circa della notte fra venerdì e sabato. I banditi prendono di mira un bar di via Panfilia e mettono in scena il copione ormai abituale: lanciano un tombino contro la vetrata mandandola in frantumi, entrano dal varco e razziano quel che trovano; in questo caso - sembra dai primi accertamenti - solo una cassettina con una trentina di euro.
Questa volta però è venerdì sera, e poco prima delle 2 di notte le strade non sono deserte. Un passante assiste alla scena, annota modello e colore dell’auto e almeno alcune cifre del numero di targa e chiama immediatamente le forze dell’ordine. Si tratta di una Fiat Punto vecchio modello, grigio scuro, risultata poi rubata.
La nota di ricerca viene diramata e l’auto della “banda dei tombini” viene intercettata dopo pochi minuti, nel quartiere Darsena, da una pattuglia del radiomobile dei carabinieri.
I militari si lanciano all’inseguimento. I malviventi a questo punto, vedendosi braccati - e non potendo contare su grandi performance di velocità viaggiando su un’utilitaria - cercano di seminare la “gazzella” dell’Arma lanciandosi in una serie di manovre spericolate e ad alto rischio, fortunatamente senza conseguenze per altre persone.
Dopo aver saltato vari stop e imboccato strade contromano, giunta in via Perilli l’auto dei banditi in fuga ha svoltato a gran velocità su via Trieste finendo per schiantarsi contro un cartello stradale.
A quel punto i banditi sono scappati rapidamente a piedi, riuscendo a guadagnarsi una via di fuga, presumibilmente dopo aver scavalcato la recinzione di una delle palazzine della zona. Complice l’oscurità, sono riusciti a far perdere le proprie tracce.
Nell’auto abbandonata dai banditi dopo l’inseguimento, i carabinieri hanno trovato arnesi da scasso, fra i quali un flessibile. Oltre ai “ferri del mestiere” utilizzati per questo tipo di colpi in particolare, ovvero una pesante catena usata per asportare i tombini e lanciarli contro le vetrine.
E’ stato richiesto anche l’intervento dei vigili del fuoco per spegnere la macchina usata dai banditi: il sistema impiegato per mettere in moto l’auto rubata - con un contatto fra fili elettrici - andava infatti “disinnescato”.
Sul posto è giunta anche la titolare del bar derubato poco prima, nella speranza che il maltolto fosse rimasto a bordo della Punto; ma probabilmente i ladri sono riusciti a portare con sé la cassettina.