Tra Facebook e mondo dello spaccio l'Isis arruola i suoi soldati

Cosa unisce queste vite? Di sicuro non il rispetto del Corano. Anzi. La svolta religiosa per loro non è un percorso spirituale, ma una specie di reazione a un rifiuto sociale. La data in cui tutto è cambiato - sia a Ravenna che in Italia - è senza dubbio il 2012. «Da quell’anno - spiegava una fonte al Corriere pochi giorni dopo l’arresto di Louati - la lotta al terrorismo cambia pelle, perché a cambiare sono i terroristi. Il sospettato “classico”, quello con la barba lunga e il vestito tradizionale non esiste più».
I nuovi fondamentalisti - compresi quelli che partiranno da Ravenna - hanno jeans e Nike ai piedi, fumano, bevono e sono ragazzi come altri. Stili di vita che il Corano non contempla.
El Hanssi e Ben Amara gravitavano nel mondo del piccolo spaccio, amavano le discoteche e la bella vita e molto probabilmente si conoscevano. El Hanssi era stato arrestato per droga dalla Finanza, Hamrouni restò invischiato in un’inchiesta dalla squadra Mobile. Louati era un pesce piccolo e inaffidabile dello spaccio di eroina in zona stazione. Così inaffidabile che l’eroina spesso invece di vendersela se la faceva lui stesso. In una parola un disperato. Ma è proprio tra quel popolo di disperati, fatto di piccoli spacciatori frustrati e pronti a tutto, che avviene l’arruolamento. Chi muova quei fili, però, resta ancora un mistero. Di sicuro è una persona, o una cellula, che questa città la conosce e in un certo senso la controlla.
E la moschea? Che ruolo ha in queste vicende la secondo moschea più grande d’Italia? Mathlouti era l’unico che la frequentava. Tutti gli altri si vedevano poco o nulla. Ma in questo terrorismo che cambia pelle, cambiano anche i reclutatori. Non più Imam radicalizzati che lanciano messaggi di fuoco contro l’occidente, ma persone che agiscono dietro profili Facebook, spesso gestiti direttamente dalla Siria (c.d.)