E' stata la meningite a uccidere il 21enne

Rimini

FAENZA. Le analisi lo confermano: è stata una forma fulminante di meningite a uccidere il 21enne giunto venerdì 25 novembre in gravissime condizioni all’ospedale di Faenza e deceduto poche ore dopo, nella giornata di sabato.

Si è trattato di una meningite causata da meningococco C.

Non appena i risultati degli esami del sangue hanno mostrato la presenza del meningococco (le meningiti possono essere provocate anche da altri tipi di batteri e da virus, ndr), si è attivato il Dipartimento di Sanità pubblica come prevedono i protocolli in questi casi, per somministrare la profilassi antibiotica a tutte le persone che sono entrate in contatto con il 21enne fino a 10 giorni prima dell’insorgere dei sintomi.

Le meningiti sono infatti malattie particolarmente contagiose: l’infezione può trasmettersi attraverso le goccioline di saliva - parlando, tossendo, starnutendo - se ci si trova a stretto contatto, o anche entro un metro di distanza, con una persona malata.

In prima battuta, lunedì 28 novembre, sono stati convocati i familiari del giovane, 12 persone in tutto. Quindi, proprio grazie alle informazioni fornite dai parenti, si è allargata l’indagine alla cerchia degli amici, piuttosto ampia trattandosi di un ragazzo molto giovane, con una intensa vita sociale.

Gli operatori della Sanità pubblica, ricostruisce la direttrice del Dipartimento dell’Ausl Romagna Raffaella Angelini, sono riusciti entro mercoledì 30 a rintracciare e convocare 58 persone; di queste, 16 non avevano avuto contatti ravvicinati con il ragazzo deceduto nel periodo considerato a rischio contagio. Agli altri 42 invece sono stati somministrati gli antibiotici.

Il ragazzo - di origine straniera ma da anni residente a Faenza - si è sentito male mentre si trovava a casa il venerdì, ed è stato portato in ospedale. Ma i medici non sono riusciti a salvargli la vita davanti all’aggressività dell’infezione, tanto che il ragazzo è deceduto poche ore dopo, nella giornata di sabato 26 novembre.

Il giovane soffriva anche di una malattia genetica, circostanza che ha indotto a disporre l’autopsia - eseguita giovedì scorso - per individuare con esattezza la causa della morte.

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