L'auto del killer ripresa dalle telecamere

Rimini

RAVENNA. Si vede una monovolume scura, simile a quella di Cagnoni. E si vedono due persone scendere e avvicinarsi alla villa dell’orrore. Camminano spediti, ma sembrano sereni, lasciandosi alle spalle la caserma della Guardia di Finanza. L’ora è quella della mattinata di venerdì, del tutto compatibile con l’orario del massacro che ha ucciso Giulia e sconvolto Ravenna. Poi passano i minuti e davanti a quella casa si torna a vedere a qualcosa: ma questa volta a camminare verso l’auto c’è solo una sagoma. Ed è quella di un uomo.

Sono queste le immagini - sfuocate e in bianco e nero - che potrebbero ritrarre Matteo Cagnoni mentre accompagna Giulia Ballestri verso quella che il procuratore capo Alessandro Mancini definisce “una vera e propria casa dell’orrore”.

Il resto, purtroppo, è cronaca: il cadavere di Giulia verrà ritrovato solo domenica sera, straziato da almeno dieci bastonate stando al primo esito dell’autospia. Matteo Cagnoni invece - secondo l’accusa della Procura - sarebbe salito ancora sulla monovolume per tornare a casa, prendere i tre figli e mettersi in viaggio per Firenze. E’ qui che, nella notte tra lunedì e martedì, verrà arrestato dalla squadra mobile di Ravenna dopo un goffo tentativo di fuga. Il medico, rinchiuso nel carcere di Sollicciano , continua a negare ogni accusa, ma ora tra le carte in mano alla Procura ci sono da poche ore anche quelle immagini registrate da una delle telecamere piazzate in via Genocchi: alcune si trovano sulla caserma della Finanza, altre nei pressi dell’entrata secondaria della casa di riposo “Garibaldi”. Ma la ricerca degli inquirenti continua. «Si tratta di un lavoro lungo e difficile - commenta il procuratore capo -. Svolto egregiamente dal pm di turno Cristina D’Aniello. Finora solo una di queste telecamere ha ripreso qualcosa, ma le ricerche continuano».

Dalla Procura trapela un moderato ottimismo, anche perché l’apparizione della coppia nelle immagini oltre a combaciare con l’orario presunto della morte è compatibile anche con l’orario di disattivazione dell’allarme della villa. Ma la sensazione è che, in attesa degli esami della Scientifica e della relazione del medico legale, gli investigatori abbiano in mano anche altro. Oltre, ovviamente, a un movente ritenuto forte e a un alibi fornito dal medico che non convince. Anzi.

E dopo le telecamere si spera che a parlare possano essere anche i “cellulari”. Quello del dermatologo è sotto sequestro, quello di Giulia, invece, non si è mai trovato.

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