"Se entro domani sera non mi senti fammi cercare"

Rimini

RAVENNA. «Se domani sera non senti mie notizie, venitemi a cercare». E’ questo l’ultimo messaggio di Giulia Ballestri. Parole dette all’uomo con il quale da circa un anno aveva una relazione. Un messaggio che sembra quasi una premonizione. Giulia si sentiva in pericolo. Aveva paura, aveva intuito che quei giorni, quelle ore, sarebbero state decisive. Sapeva che se le avesse superate per lei forse sarebbe davvero cominciata una nuova vita.

Ma per capire quell’angoscia bisogna fare un passo indietro.

La notizia che Giulia e il marito avessero partecipato alla prima udienza per la loro separazione in tribunale è stata smentita dalla procura, ma il motivo per cui quella voce circolasse tra i suoi amici in realtà ha un fondo di verità: la scorsa settimana i due avevano infatti raggiunto un accordo informale davanti ai rispettivi legali. Giulia avrebbe continuato a vivere con i tre figli nella casa del Borgo San Rocco, in cambio di oneri minori sugli “alimenti”.

Di quell’accordo era a conoscenza anche il nuovo compagno di lei. Un quarantenne che da circa un anno si era, a sua volta, separato dalla moglie.

Per Giulia e per quel 40enne ravennate il weekend della tragedia, in teoria, sarebbe dovuto essere il primo in cui poter vivere “liberamente” la loro storia. D’altro canto, per Cagnoni, quelli sarebbero stati i primi giorni da “separato”, dopo una rottura traumatica e tempestosa.

Il medico, come riferito ieri, da mesi era riuscito a mettere sotto controllo la moglie. Con un gps piazzato sotto l’auto conosceva i movimenti di Giulia, alla quale aveva clonato il cellulare con un software che gli permetteva di ascoltare le conversazioni e di leggere i messaggi. Così i suoi sospetti erano diventati certezze e, nell’agosto scorso, aveva persino aggredito in strada il 40enne ravennate. Proprio alla luce di quell’episodio le parole di Giulia lo avevano particolarmente colpito: «Se domani sera non mi sentite, fatemi cercare».

E infatti è stato proprio lui il primo a cercare di dare l’allarme, mettendosi in contatto con il fratello di Giulia a sua volta esasperato dal silenzio insolito del cellulare della sorella che gli aveva spedito l’ultimo messaggio vocale verso le 23.45 di giovedì su whatsapp.

Secondo il medico legale Giulia sarebbe stata uccisa venerdì.

Ma purtroppo il cellulare di Giulia non è ancora stato trovato. E molti elementi custoditi in quella memoria non sono a disposizione degli investigatori della Squadra Mobile, diretti dal procuratore capo Alessandro Mancini e dal pm Cristina D’Aniello.

Gli inquirenti sperano anche che qualche telecamera del centro possa aver ripreso la vittima mentre si avvicina alla villa. Secondo la procura la madre 39enne potrebbe essere stata portata in quella casa con la scusa di vedere alcuni dipinti, pezzi di pregio del patrimonio familiare custodite in quelle stanze Liberty.

Cagnoni dal carcere nega tutto, ma l’unica certezza è che Giulia in quelle ore aveva paura e in quella casa ci è entrata viva senza mai più uscirci. E così il suo primo weekend da “separata” è stato, purtroppo, anche l’ultimo della sua giovane vita.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui